sabato 3 febbraio 2018

Tra neve e libri



Oggi nevica. In realtà non si tratta di una nevicata vera e propria, di quelle che ti constringono a stare chiuso in casa (il ricordo del "nevone" del febbraio 2012 è da queste parti ancora ben impresso nella mente). Si tratta di quei fiocchi svogliati, che cascano giù senza troppa convinzione e che in realtà, a parte in alcuni momenti, sono niente più che acqua stretta.

Spinto dal fatto di dover fare un salto giù a Santarcangelo ad accompagnare Francesca a prendere il 9, altrimenti non sarei mai uscito di casa, ne approfitto per fare un salto in biblioteca, che il sabato - sia benedetta! - è aperta per tutto il giorno. La mia intenzione è di farmi prestare Follia maggiore, di Alessandro Robecchi, un libro di cui ho letto finora solo recensioni tra il positivo e l'entusiasta.

Essendo appena uscito nelle librerie immagino che ancora in biblioteca non ci sia, e invece c'è, solo che è già fuori. Peccato. Mi faccio comunque mettere in lista d'attesa, anche se la gentile bibliotecaria mi avvisa che ci sarà da aspettare in quanto prima di me altre due persone l'hanno già prenotato. Pazienza, il mio comodino trabocca di libri da leggere e ingannerò l'attesa leggendo quelli.

Mentre converso con la bibliotecaria mi viene improvvisamente in mente di chiederle se abbiano il libro precedente di Robecchi, Torto marcio. La ragazza digita frettolosamente sulla tastiera del pc, poi il responso: c'è. Bingo! penso io; mentre attendo Follia maggiore ingannerò l'attesa leggendo (anche) questo. Mentre lei si alza per andarlo a recuperare butto un occhio fuori dal finestrone in alto: nevica ancora svogliatamente.

Poi il mio occhio cade su un libro dalla copertina gialla e molto vistosa, appoggiato sulla scansia sotto la finestra. Mi avvicino per vedere cosa sia. Lettere sulla creatività, di Dostoevskij. Faccio mente locale per provare a ricordare se abbia mai letto niente di Dostoevskij. Mi pare di no. Non so che tipo di libro sia ma il titolo mi piace. Lo prendo e comincio a sfogliarlo velocemente, mentre nel frattempo torna la bibliotecaria col libro di Robecchi.



Prendo entrambi i libri, il mio "bottino" di questo sabato, poi ringrazio e saluto la ragazza, ed esco. Nevica ancora svogliatamente. Salgo in macchina e appoggio i libri sul sedile del passeggero. Dieci minuti per tornare a casa, poi potrà fare tutta la neve che vorrà.

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