venerdì 17 novembre 2017

Totò Riina e la cattiveria

Leggendo della morte di Riina mi è venuta in mente una cosa riguardo alla cattiveria. Perché Riina era molto cattivo, se mi concedete l'eufemismo, no? Ma cattivi si nasce o si diventa? Non so quanti tra i miei trentadue lettori si siano mai posti questo interrogativo. Io, sinceramente, mai, almeno che ricordi. Comunque sia, cattivi si diventa, e lo spiega in maniera molto chiara Rita Levi-Montalcini in questo libro che ho giusto finito di leggere qualche giorno fa.
Riassumendo brutalmente, la spiegazione sta nel fatto che i figli degli uomini differiscono da quelli di altri mammiferi per la lentezza del loro sviluppo somatico e intellettuale, che li rende di fatto dipendenti per lungo tempo, dalla nascita alla puberta', dai genitori, e la protratta dipendenza dagli adulti lascia un marchio indelebile sulla strutture nervose che presiedono al comportamento dell'individuo una volta adulto.
In sostanza, quindi, non si nasce buoni o cattivi, mansueti o feroci, ma tutto dipende dal tipo di ambiente sociale e familiare in cui si cresce, dal che si deduce che quello in cui è cresciuto Riina non doveva essere granché.

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