giovedì 30 novembre 2017

Thriller e The Wall

Il 30 novembre è una data che per gli appassionati di musica ha un certo significato. In questo giorno, infatti, anche se in anni differenti, videro la luce l'album più venduto della storia del pop e l'album più bello della storia del rock. Il primo dei due è il celeberrimo Thriller di Michael Jackson, che vide la luce esattamente trentacinque anni fa. Il secondo è il leggendario The Wall, dei Pink Floyd, che fu pubblicato il 30 novembre 1979.

Non ho mai amato il genere musicale di cui Michael Jackson è stato alfiere, il pop-rock commerciale, anche se gli stili che caratterizzano Thriller sono differenti e spaziano dal soul all'R&B al rock, ma devo ammettere che in questo disco ci sono dei pezzi veramente belli, tipo ad esempio Billie Jean, Beat it e altri, ed è l'unico suo disco che io abbia in casa e che ogni tanto ascolti.

Quando uscì Thriller io avevo dodici anni e ricordo che spesso, in casa, il sabato pomeriggio si guardava una trasmissione musicale, di cui non mi sovviene il nome, con le classifiche dei dischi più venduti in Italia. Per un lunghissimo periodo, ogni sabato in cima alla classifica c'era sempre 'sto benedetto Thriller, e ricordo che mio padre una volta chiese: "Ma quanti dischi vende 'sto tizio?" In effetti ne vendette poi molti, dal momento che nessuno più lo eguagliò né si intravedono possibilità che ciò possa accadere in futuro.

Di The Wall, invece, ho un ricordo più  sfuocato. Quando uscì avevo nove anni e ancora non sapevo neppure dell'esistenza di un gruppo musicale chiamato Pink Floyd. Mi avvicinai a loro più tardi, grosso modo verso i dodici anni o giù di lì, e li conobbi perché da ragazzino ebbi la fortuna di avere un giro di amici, alcuni anche più grandi di me, che apprezzavano i cantautori e la musica rock seria: Pink Floyd, appunto, ma anche Deep Purple, Led Zeppelin, Who, Clash, Clapton, Dire Straits ecc. (l'elenco è molto più lungo ma taglio).

Ricordo che The Wall me lo fece ascoltare per la prima volta uno di questi miei amici a casa sua, su vinile, ad un volume discretamente alto. A un certo punto fece capolino nella stanza suo padre (mi pare) e chiese: "Ma cosa state ascoltando, la colonna sonora di un film horror?" In effetti, certi intermezzi e certi effetti sonori basati su grida, oggetti che si frantumano e altro, potevano dare questa impressione.

Una volta scoperto, The Wall non l'ho più abbandonato, e ancora oggi è uno degli album dei Pink Floyd, ma non solo, che ascolto e riascolto più volentieri.

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