mercoledì 3 maggio 2017

Inchiesta sul cristianesimo



Quando dissi a un mio amico, protestante, di aver letto questo libro, egli si alterò assai, così come si alterarono assai le alte gerarchie vaticane quando uscì. Non tanto per il contenuto, o almeno non solo per quello, ma per il successo che ebbe. Insomma, Inchiesta sul cristianesimo ebbe il merito (o la colpa, dipende) di aver fatto arrabbiare sia i cattolici che i protestanti. Il titolo, a dire la verità, credo sia abbastanza fuorviante, perché il termine inchiesta dà l'idea nell'immaginario collettivo di un'indagine approfondita messa in atto con lo scopo di ricercare degli illeciti in qualche ambito, e quindi presumo che sia stato utilizzato per stimolare la curiosità in questo senso, quello cioè di dare ad intendere che si ricercassero degli illeciti nella storia del cristianesimo. In realtà non è un'inchiesta, è semplicemente il racconto, sotto una luce eminentemente storica, della nascita del cristianesimo - il libro prende in esame il periodo storico che va dalla nascita di Cristo fino alla fine del IV secolo, che gli storici fanno coincidere con la caduta dell'Impero Romano. 
È un libro che dovrebbe leggere quel 90 e passa per cento di fedeli che ogni domenica va a messa senza sapere niente riguardo alle origini del culto che settimanalmente va a professare. Scoprirebbe ad esempio che Cristo non ha mai detto né scritto da nessuna parte di voler fondare una religione che portasse il suo nome, specialmente una religione a struttura piramidale e fortemente gerarchizzata, dove il potere temporale e il potere economico imperano a scapito di quello spirituale. Scoprirebbe che il cristianesimo non nasce di punto in bianco come religione a sé stante, ma all'inizio non è che una delle tante correnti dell'ebraismo, da cui si staccherà un secolo e mezzo dopo la morte di Cristo non senza dissidi e contrasti. Scoprirebbe che, fatto cento la figura di Cristo, novantacinque è mitologia e cinque storia, e via di questo passo. Ma è difficile che chi crede legga saggi storici di questo tipo, perché richiedono curiosità e voglia di conoscere, e pure l'accettazione del rischio di mettere in gioco certe certezze fideistiche ormai interiorizzate e consolidate. 
Impensabile.

1 commento:

Anonimo ha detto...


Io ormai non ho più certezze quindi posso tranquillamente leggere questo libro.
Ne ho letti già altri di vario tipo. Per esempio "il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere" edizione newton di Tim Leedom e Maria Murdy. NOn si tratta di un libro storico ma di una raccolta di articoli, quasi tutti americani, comparsi in giornali e riviste, nonché sunti e brani tratti da precedenti libri degli autori. Non si tratta neanche di un libro critico nei confronti, solo del cattolicesimo ma di tutte le confessioni cristiane e di diverse altre religioni dal mitraismo, all'ebraismo fino all'induismo, alcune correnti buddiste, islamismo ecc ecc.

Ho anche un libro sulle sette da scientology ai testimoni di geova e al satanismo.

Forse a molti potrà non piacere ma qualsiasi religione e anche molte correnti filosofiche, hanno finito per diventare delle gerarchie piramidali, fortemente legate ad un guru e con ricchi conti in banco.
In altre parole: da religione a culto istituzionalizzato il passo è breve e spesso la religione diventa del tutto secondaria di fronte alla ricchezza, all'esercizio del potere, al dominio del conservatorismo ecc ecc.
Nessuno si salva. Persino il buddismo di oggi, in alcune sue correnti, è radicalmente diverso da quello delle origini.

Adal

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