martedì 3 maggio 2016

Napolitano e la marchetta pro referendum costituzionale

Napolitano è diventato la mia stella polare all'incontrario da quando, nel lontano 2008, firmò senza battere ciglio il lodo Alfano, una delle leggi più vergognose e infami mai partorite dal parlamento italiano nel periodo recente - non a caso la Corte Costituzionale la mandò al macero appena l'anno dopo. Naturalmente, come sa chi si avventuri abitualmente in queste pagine, io avevo già da tempo maturato l'idea di votare no al referendum costituzionale di ottobre, quindi la marchetta pro Renzi di stamattina di Napolitano, dalle pagine del Corriere, la considero come un rafforzamento di questa posizione, specie pensando che l'emerito senatore a vita non ha mai perso occasione per schierarsi dalla parte opposta rispetto alle istanze della società civile - il recente endorsement pro trivelle è solo l'ultimo esempio.
Nell'illuminante intervista di cui sopra, sui contenuti della quale si potrebbe opinare a iosa, è divertente il passaggio in cui Napo paragona il Senato come uscirà dalla riforma Boschi a quello tedesco - ovviamente è una balla. Alla domanda del giornalista se non sarebbe stato meglio lasciare che i cittadini eleggessero direttamente i senatori, infatti risponde: "In Europa non esiste quasi più nessun esempio di Senato eletto direttamente dai cittadini [...] In Germania il Bundesrat è fondato sulla rappresentanza dei Laender, in Austria pure."
Napolitano ha ragione, ma fa finta di ignorare che in Germania i senatori vengono nominati dai rispettivi länder con vincolo di mandato, quindi propongono e votano leggi solo se rispecchiano la volontà del länder di appartenenza, altrimenti ciccia. C'è una bella differenza tra questi e un gruppo di nominati dagli enti locali senza alcun vincolo di mandato, che non rispondono quindi alle regioni che li hanno mandati lì ma solo al partito di appartenenza. In Germania i senatori costituiscono un contrappeso notevole all'autorità del governo centrale proprio in virtù degli obblighi che li legano alle regioni di appartenenza, da noi sono solo marionette legate ai partiti. Napolitano lo sa benissimo, ovviamente, ma uno che sta da 60 anni in parlamento ormai ha maturato una certa linea che va in una ben nota direzione.

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