mercoledì 29 ottobre 2014

La prospettiva di Minzolini

Dopo la condanna in appello di Minzolini per peculato (i giudici hanno ritenuto che 65.000 euro in 14 mesi, spesi con la carta aziendale Rai, non hanno giustificazione), si fa viva la vibrante protesta di Feltri sul Giornale di oggi: "A distanza di un anno i giudici hanno cambiato idea, e ciò che non costituiva reato, adesso invece lo costituisce ed è meritevole di 30 mesi di reclusione. Siamo allibiti."
A parte il fatto che l'assoluzione in primo grado risale a quasi due anni fa (febbraio 2013), non vedo cosa ci sia da stupirsi nel fatto che l'appello rovesci il primo grado. Nei processi - in tutti, non solo in quelli a personaggi noti - accade molto di frequente. Berlusconi, per esempio, per la faccenda Ruby fu condannato in primo grado a sette anni e assolto in appello, e ciò avvenne perché nel frattempo, con la legge Severino, fu modificato il reato di concussione (tanto per cambiare quando c'è in ballo B.). Non ricordo analoga irritazione di Feltri, in quella circostanza. Anzi, se non ricordo male, da quelle parti si disse che "giustizia è fatta."
È sempre una questione di... prospettiva.

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