Non credo servirà a molto il sabato di digiuno organizzato contro la guerra in Siria. Anzi, se devo essere sincero, mi pare che tutta la faccenda abbia in sé un certo non so che di ridicolo. Intendiamoci, se l'iniziativa avrà successo, se chi ha in mano le leve della guerra si dimostrerà sensibile a questa specie di digiuno ecumenico internazionale, ci sarà solo da festeggiare e tirare un sospiro di sollievo, ma io sono pessimista. Se vogliono fare la guerra, la fanno, punto e basta. Ovviamente c'è da augurarsi che, qualora dovesse essere, resti limitata alla Siria e non si espanda a livello globale, come ipotizzano certi corvacci in Vaticano, ma non sarà certo il papa su twitter o la diplomazia oltreteverina a fermarla se questi hanno intenzione di farla.
Credo che sia una battaglia persa in partenza, perché l'umanità la guerra ce l'ha nel DNA. Oggi è la Siria, ieri era l'Iraq, l'altro ieri l'Afghanistan, e poi, a ritroso, la Serbia, il Kosovo, il Kuwait, il Vietnam, le guerre mondiali. E vogliamo andare ancora indietro? Prego, accomodatevi. La storia insegna che l'uomo, da quando ha messo piede sul pianeta, ha sempre fatto la guerra, per i soldi, per il potere, per la terra, per la religione, per difendersi, per aggredire, per conquistare, per prevaricare. Scorrete la storia umana e cercate un periodo di pace: non lo troverete. Ecco perché fanno sorridere gli appelli e i digiuni contro la guerra in Siria. Credo abbia ragione quel qualcuno che diceva che l'umanità è una razza maledetta.
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