venerdì 12 marzo 2010

Le colpe dei padri possono ricadere sui figli?

Ha fatto un certo rumore, ieri, in rete, la sentenza della Cassazione, che farà molto felici quelli della Lega, che ha stabilito che il genitore irregolare va espulso anche se ha i figli che vanno regolarmente a scuola in Italia. Breve riassunto. Un albanese clandestino ha fatto domanda di regolarizzazione in quanto padre di due figli piccoli, regolarmente iscritti alla scuola; la moglie ha il permesso di soggiorno ed è in attesa di cittadinanza. La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell'uomo sostenendo - sintetizzo - che la motivazione addotta nel ricorso, e cioè il trauma affettivo dei figli con conseguente calo anche del rendimento scolastico, è priva di fondamento.

Ora, io non contesto certamente la sentenza, anche perché dovrei entrare nel merito e non sono certo in grado. Ci sono però un paio di punti della questione che mi lasciano perplesso. Il primo è quello del ribaltamento, come hanno scritto tutti i media, di una sentenza precedente, risalente al gennaio scorso, che trattava un caso analogo. Ma soprattutto, quello che mi fa storcere il naso è questo passaggio (il neretto è mio), che si riallaccia comunque sempre al punto precedente: "quella sentenza [gennaio 2010, ndr], dice ora la Cassazione, è 'riduttiva in quanto orientata alla sola salvaguardia delle esigenze del minore', mentre non tiene in considerazione 'l'inquadramento sistematico nel complessivo impianto normativo' della legge sull'immigrazione". Cosa vuol dire questo?

Come forse molti ricorderanno - ne ho parlato parecchio qui nel blog - la scorsa estate è entrato in vigore il reato di immigrazione clandestina, la legge che in pratica stabilisce che il clandestino è un criminale a priori, indipendentemente cioè dal fatto che abbia effettivamente commesso un crimine oppure no. La sentenza della Cassazione di gennaio era quindi precedente. Ecco perché i giudici scrivono "orientata alla sola salvaguardia delle esigenze del minore". Da ciò si deduce, quindi, correggetemi se sbaglio, che a gennaio al genitore veniva concessa la regolarizzazione della sua posizione di clandestino sia perché effettivamente il figlio poteva subire un trauma, sia perché questa regolarizzazione non cozzava contro la nuova disciplina sull'immigrazione, che effettivamente ancora non c'era. Nella nuova sentenza, invece, la Cassazione ritiene che debba prevalere il rispetto delle norme sulla legalità rispetto agli eventuali disagi subiti dalla prole. Scrive infatti Repubblica: "...secondo il nuovo orientamento della Suprema Corte [...] l'esigenza di garantire la tutela della legalità alle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori".

Insomma, come si usa dire, mi pare il classico "le colpe dei padri ricadono sui figli", anche se i padri non hanno nessuna colpa (e i figli, ovviamente, neppure). A me sembra una castroneria. E fortunatamente non sono il solo a pensarla così.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

in Italia a quanto pare tutto è possibile. Ci vorrebbero leggi chiare e il governo si dovrebbe adoperare a farle ma il governo pensa ad altro.
per esempio:

"Un nuovo condono edilizio, con possibilità di sanare anche gli abusi commessi in aree sottoposte a vincolo ambientale e paesaggistico. Così dispone il disegno di legge presentato dal Pdl in Senato lo scorso 17 febbraio, che fa slittare i termini per la presentazione delle domande dal 10 dicembre 2004, come prescrive la legge sul condono edilizio, al 31 dicembre 2010. Se il provvedimento venisse approvato, una nuova valanga di richieste di sanatoria potrebbe inondare gli sportelli dei Comuni d'Italia, e questa volta con un'agevolazione in più per chi ha commesso l'abuso: i beni ambientali e paesistici scompaiono dalle aree intoccabili. "

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/12/news/condono_in_arrivo-2599837/

ne sentivamo veramente il bisogno.
la mafia e la criminalità organizzata finalizzata ad opere abusive ringraziano

i figli di extracomunitari un po' meno

Andrea Sacchini ha detto...

"Oggi non ci sono più le condizioni per farli, non li ho certo fatti volentieri, ma perché costretto dalla dura necessità. I condoni sono una cosa del passato".

Giulio Tremonti - 13/03/2008.

Anonimo ha detto...

i politici si arrabbiano se gli si da dei bugiardi.

ma guarda un po'..

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