lunedì 15 marzo 2010

Il quartier generale racconta/2

Dio ci salvi dalle intercettazioni! Oggi è lunedì e Libero non esce. Però c'è il Giornale, il quale ha ufficialmente iniziato, anche se in realtà non ha mai smesso, la sua campagna contro le terribili intercettazioni telefoniche, probabilmente la più grossa disgrazia che sia capitata a Berlusconi da quando è in politica (e forse anche prima). Naturalmente gli house organ si allineano: Berlusconi le demonizza e loro dietro. Il Giornale in realtà non è nuovo a questa campagna, e probabilmente molti di voi ricorderanno un mitico articolo (questo) pubblicato addirittura a giugno del 2008 dal titolo "Tutti gli italiani sono intercettati". Naturalmente non è vero niente, ma per i lettori del Giornale questo e altro. Oltretutto, guarda a caso, in quel periodo era in discussione in Parlamento il famoso ddl intercettazioni, e quindi tutti gli house organ erano impegnati in massa a dipingere queste maledette intercettazione come la fonte di ogni male (costi, privacy, ecc...).

Stamattina, appunto, il Giornale torna alla carica, perché l'inchiesta di Trani, come quasi tutte quelle che riguardano il cavaliere, è partita anch'essa dagli ascolti, in questo caso della Guardia di Finanza di Bari. Ed ecco quindi il titolo a tutta pagina del Giornale:


Feltri, giustamente (dal suo punto di vista), si chiede cosa succederebbe se si intercettassero i magistrati invece che i delinquenti. Ovviamente non sto a perdere tempo a commentare una cretinata di questo genere, perché in realtà l'articolo interessante sta all'interno, a pag. 4. Ecco il titolo:


Si tratta di un pezzo che sostanzialmente ricalca le palle contenute in quello precedente del 2008 che ho linkato sopra. Ma stavolta c'è una novità: l'entrata in scena di un agente della CIA. Perbacco! Ma leggiamo alcuni passi. "'Do you remember Italy, Bob?' Certo che se la ricorda bene, l’Italia, Bob Lady. Capo del centro Cia di Milano, ha dovuto dire addio alla Penisola per un mandato di cattura e poi per la condanna a otto anni di carcere per il rapimento dell’imam Abu Omar". Interessante, quindi. Il personaggio scovato dal Giornale è stato condannato nella famosa vicenda del rapimento del leader religioso Abu Omar (qui la pagina su Wikipedia). Ma leggiamo cosa dice: "'La polizia italiana è molto brava - racconta lo 007 al Giornale - ma ha dalla sua anche molte possibilità. Qui intercettare una telefonata è facile, da noi è molto difficile. Qui è facile piazzare una microspia e un gps in auto. Da noi per niente. La conseguenza è che in Italia si intercettano cinquemila telefoni al giorno, negli Stati Uniti non si arriva a cinquemila tutto l’anno'. E se lo dice Bob...", ammette sconsolato Fazzo (l'autore dell'articolo). Eh, certo, se lo dice Bob... Dico, scherziamo? Peccato che Bob si sia dimenticato di dire che negli Stati Uniti le intercettazioni le possono fare tutti, non solo i magistrati, e che quindi è normale che quelle effettivamente documentate siano molto ma molto inferiori a quelle realmente fatte, ma in fondo si tratta di dettagli insignificanti. In Italia, invece, le intercettazioni telefoniche le possono disporre solo ed esclusivamente i magistrati, e solo nei confronti dei soggetti verso dei quali il giudice ritiene che sia necessario effettuarle. Ecco perché in Italia si sa esattamente il numero delle intercettazioni che vengono fatte; ed ecco perché queste risultano (ma non lo sono) addirittura superiori a quelle degli USA. Però, ripeto, se lo dice Bob... Ma andiamo avanti.

"La testimonianza dell’uomo della Cia è importante, perché sembra fare piazza pulita di una questione che si trascina da tempo. È vero o non è vero che l’Italia è il Paese più «ascoltato», se non del mondo, almeno tra i Paesi democraticamente avanzati?" Sul fatto che l'Italia sia inserita da Fazzo "tra i Paesi democraticamente avanzati" si potrebbe discutere; ma il dubbio che lo tormenta è terribile: siamo o no i più ascoltati? E per rispondere che fa? Ma naturalmente tira in ballo il famoso articolo del 2008, quello pieno di balle, ammettendo però in un passaggio che qualche dubbio sull'attendibilità c'è, e citando a tal proposito alcune contestazione fatte a suo tempo da Travaglio - pensa un po'. Ma andiamo avanti perché adesso entra in ballo la matematica, materia evidentemente un po' ostica al povero Fazzo. "Quello che è da sempre facile stabilire [...] è la dimensione colossale del business che ruota intorno alle intercettazioni, e che collocano indubitabilmente l’Italia al primo posto assoluto nella spesa pro-capite: 224 milioni di euro l’anno, pari a 37,3 euro per abitante". Ora, se il buon Fazzo avesse avuto sottomano una calcolatrice - i più bravi lo possono fare anche a mente - si sarebbe accorto che dividere 224.000.000 per 60.000.000 non fa 37,3 ma 3,73. Vabbè, in fondo si tratta di una virgola, che volete che sia? L'importante è dare una balla in pasto ai lettori del Giornale, poi del resto chi se ne frega? E poi, scusate, anche io avrei una domanda: considerando che le intercettazioni sono oggi, a detta di tutti gli addetti ai lavori, il mezzo più efficace per combattere la criminalità, quanti cittadini italiani rifiuterebbero di pagare l'equivalemte di 4 caffé in un anno per garantire che i magistrati e le forze dell'ordine possano continuare a utilizzarle? Ma questo Luca Fazzo non se lo chiede, e ci offre altri mirabili esempi della sua profonda conoscenza delle regole di base della matematica. Dopo le virgole passiamo alle percentuali. Guardate l'immagine qui sotto, pubblicata sempre a corredo del'articolo (si sa com'è, quando le cose sono difficili da capire, un bel disegnino e passa la paura).


Ecco qua. Secondo i dati pubblicati dal Giornale, nel 2007 le intercettazioni (costo 224 milioni di euro) si sono portate via un terzo delle spese totali della giustizia. Perbacco! Ma... sarà vero? Beh, si verifica facilmente; il bilancio del ministero della Giustizia è pubblico ed è facilmente consultabile sull'apposito sito. Le spese totali del ministero della Giustizia nell'anno preso in questione dal Giornale sono state di 7.515 milioni di euro, cioè 7 miliardi e mezzo di euro.


Adesso prendete la calcolatrice. Anzi, no, non serve, si può fare anche a mente. Quanti sono in percentuale 224 milioni su7,5 miliardi? Ma ovviamente il 33%, e che diamine... c'è bisogno di verificare? Ovviamente il buon Fazzo si guarda bene dal dire quanti soldi vengono incamerati ogni anno dallo stato grazie alle intercettazioni. Si guarda bene dal dire che tutti i beni sequestrati alla mafia - i tiggì ne parlano spesso -, compresi i soldi, spessissimo sono il frutto di operazioni condotte con l'ausilio delle intercettazioni. Si guarda bene dal dire che noi siamo l'unico paese che le intercettazioni le paga (negli altri paesi sono gratuite perché lo stato lo impone ai concessionari telefonici). Tutto questo non è importante, quello che conta è la demonizzazione a priori delle intercettazioni.

Ora, le considerazioni che si potrebbero fare sono molte. Una su tutte: ma chi si reca ogni mattina in edicola spendendo un euro per acquistare il Giornale, non ha diritto a non vedersi preso per il culo almeno sui numeri?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

berlusconi parla di complotto (anche il giornale si allinea e non solo il giornale). il complotto dei giornali di sinistra.
non ho capito bene: berlusconi è indagato per colpa di intercettazioni volute da l'Unità, dal Manifesto e da Repubblica? oppure questi giornali in combutta con una magistratura di sinistra complottano insieme contro berlusca?

mah

Andrea Sacchini ha detto...

Bella domanda. Peccato che la risposta sia inutile, tanto per lui la colpa è sempre della stampa comunista, dei giudici comunisti, ecc... Ormai il ritornello lo sappiamo.

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