mercoledì 17 febbraio 2010

I costi (per noi) della politica

"La politica ha dei costi...". Con questa breve, chiara e disarmante risposta il consigliere regionale lombardo in quota Pdl Milko Pennisi si è giustificato davanti al giudice per la mazzetta da 10.000 euro versatagli da un imprenditore per sbloccare una pratica. E aggiunge: "io lo ringraziai [all'imprenditore, ndr] pensando sia al fatto che la politica ha dei costi e che si andava incontro a una campagna elettorale, sia al fatto che non era comunque giusto che una pratica edilizia rimanesse pendente per così tanto tempo".

Ma è lampante no? Così il politico che accetta una mazzetta passa con nonchalance degna di miglior causa dallo status di corrotto a quello di benefattore. Una auto-purificazione dell'anima, insomma; una auto-assoluzione preventiva per meriti acquisiti sul campo. Naturalmente il giudice non gli ha creduto, ma quanti sono quelli che alle dichiarazioni di Pennisi avranno pensato: beh, in fondo potrebbe non avere tutti i torti, in fondo l'imprenditore era in difficoltà... E magari poi sono sempre le stesse persone che si lamentano al bar che i politici rubano, che in Italia siamo messi da cani, ecc...

La cosa avrebbe per la verità una sua logica, intendiamoci, visto il trend dell'informazione. Ieri, ad esempio, il principale house organ del quartier generale se la prendeva con chi si metteva di traverso al progetto di trasformare la P.C. in una spa - con molti meno controlli, quindi -, e tutto questo nonostante il porcaio che sta venendo fuori dall'inchiesta di Firenze. Il vulcanico presidente del Consiglio, invece, come ricorderete, nelle ore immediatamente successive alla notizia dello scoperchiamento della vicenda aveva intimato ai magistrati di vergognarsi. Cioè, mica si dovevano vergognare quelli finiti in galera, ma chi li aveva scoperti.

Insomma è vero, la politica ha dei costi. Quando poi va in tandem con la corruzione, cioè quasi sempre, a noi ci costa circa 60 miliardi di euro.

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