domenica 14 febbraio 2010

Dimissioni? Se lo chiede lui...

La risposta di Bertolaso a chi da giorni lo pressa con la questione delle dimissioni è emblematica del trend attuale: "pronto a lasciare subito l'incarico se Berlusconi lo riterrà opportuno". Certo, formalmente la cosa non fa una piega, ma a una più approfondita analisi non si può non notare come l'iniziativa privata debba necessariamente passare al vaglio dell'entità superiore, anche quando si tratta di farsi da parte.

I maligni obietteranno che la dichiarazione di Bertolaso è funzionale a quanto aveva già detto Berlusconi nelle ore successive allo scandalo ("Bertolaso non si tocca!"), e quindi, implicitamente, Bertolaso può aver voluto dire che non ha intenzione di andarsene. Ma il punto non è questo: il punto è da quale angolatura si vuole inquadrare la questione. Se infatti la si guarda sotto il profilo dell'opportunità è ovvio che Bertolaso dovrebbe, almeno fino a che la magistratura non avrà fatto chiarezza, farsi da parte. Se invece si inquadra la vicenda dal punto di vista dell'"andazzo", diciamo così, è più che naturale che Bertolaso non solo non dovrebbe andarsene, ma dovrebbe fare il possibile per restare dov'è.

Lo avevo già scritto e lo ripeto: Berlusconi non darà mai il consenso alle dimissioni di Bertolaso se non altro per coerenza (Berlusconi coerente? Vabbè...). Insomma, com'è possibile che chi ha ben due processi sul groppone autorizzi le dimissioni a chi ha solo un generico avviso di garanzia? E come la mettiamo allora coi vari Cosentino (una richiesta di arresto) e Dell'Utri (ha recentemente dichiarato che a lui la carica di Senatore serve per non andare in galera)? Capite anche voi che la cosa stona un pochino. E penso questo nonostante sia convinto che Bertolaso abbia una certa responsabilità in tutta la vicenda; responsabilità, però, che va al di là della semplice e riduttiva questione dei massaggi al centro benessere - quello mi sembra più che altro gossip. Una responsabilità che lui stesso ha ammesso quando ha dichiarato "qualcosa può essere sfuggito al mio controllo".

Non è una cosa da poco. Bertolaso era pienamente responsabile di quello che facevano i suoi immediati sottoposti, e in particolare i 4 alti funzionari ministeriali, ora agli arresti, che si occupavano dell'assegnazione degli appalti per le grandi opere. Insomma, se di "leggerezza" si è trattato non mi pare leggerezza di poco conto. Altro che i presunti festini a base di allegre massaggiatrici brasiliane. Poi ci sarebbe tutta la questione sulle competenze della Protezione Civile, che nel corso degli anni si sono allargate a dismisura fino a far rientrare nel novero delle emergenze eventi come i recenti campionati di nuoto a Roma, la monnezza a Napoli o il prossimo Expò a Milano. Ma qui la cosa diventerebbe troppo lunga - se volete approfondire vi rimando a questo ottimo editoriale di stamattina di Scalfari.

In merito a quest'ultimo aspetto, mi limito solo a segnalare che il famoso decreto fortemente voluto da Bertolso e Berlusconi sulla trasformazione della Protezione Civile in una s.p.a., che comporterebbe un ulteriore alleggerimento dei controlli, delle regole, dei limiti con la scusa delle emergenze che in realtà emergenze non sono, pare si stia fortemente ridimensionando. Letta, giusto oggi, ha dichiarato che probabilmente non se ne farà più niente, e anche Berlusconi pare essere dello stesso avviso, almeno per il momento. Sarà la contingenza?

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