sabato 30 gennaio 2010

Notizie in pillole (42)

Il "tosto" giudice Tosti. Ricordate il giudice Luigi Tosti, quello che dal 2005 porta avanti la battaglia contro il crocefisso nelle aule dei tribunali e che per questo è stato pure rimosso dall'ordine giudiziario? In pochi, oltre a dirgliene di tutti i colori, si sono chiesti quale fosse veramente il suo pensiero. L'ha fatto Inviato Speciale, che ha pure scoperto che il giudice ha un blog suo in cui spiega tra le altre cose i motivi di questa sua crociata. Riporto qui di seguito alcuni stralci del documento di ricusazione del magistrato nei confronti del CSM.

“Io sottoscritto Luigi Tosti mi sono rifiutato, dal 9 maggio 2005 in poi, di tenere le udienze perché il Ministro di Giustizia non ha accolto la mia istanza di rimuovere dalle aule giudiziarie i crocifissi cattolici e neppure quella, subordinata, di autorizzarmi ad esporre al loro fianco la menorà ebraica”.
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“Ribadisco innanzitutto che l’esposizione generalizzata dei crocifissi nelle aule giudiziarie pregiudica in modo eclatante la “neutralità” dell’attività giurisdizionale dei giudici italiani e, dunque, lede il principio “SUPREMO” (cioè “massimo”) di LAICITA’ della Repubblica che si sostanzia -come affermato dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo- nell’ OBBLIGO di NEUTRALITA’, di IMPARZIALITA’ e di EQUIDISTANZA dello Stato e, conseguentemente, dei funzionari che agiscono in suo nome e per suo conto”.
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“il mio rifiuto di tenere le udienze sotto l’incombenza del crocifisso -che mi viene addirittura imposto dal Ministro di Giustizia fascista come “ammonimento di Verità e Giustizia”- è scaturito, in primis, dalla necessità di non calpestare la Costituzione Italiana, cioè di “brutalizzare” il mio OBBLIGO COSTITUZIONALE -non solo di essere- ma anche di APPARIRE NEUTRALE nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali e, conseguentemente, di non violare lo speculare DIRITTO dei cittadini italiani (e non italiani) di essere giudicati da giudici NEUTRALI”.
[...]
“Ribadisco che l’esposizione dei crocifissi nelle aule giudiziarie viola il diritto primario di “libertà religiosa” di tutti coloro che -o per rapporto di impiego (ed è il mio caso) o per necessità (ed è il caso dei “cittadini-utenti”)- sono costretti ad accedere e a frequentare gli uffici giudiziari per ragioni di giustizia. A tal proposito ribadisco che io non pratico l’idolatria praticata dai cattolici -i quali sono abitualmente avvezzi ad adorare pezzi di legno e pezzi di metallo forgiati a mo’ di macabri “cadaverini” inchiodati su una croce- tant’è che nella mia casa e sulla mia persona aborro esporre “idoli” di qualsiasi specie e razza”.


Ovviamente si può essere d'accordo o meno con le posizioni del magistrato, ma un conto sono le tradizioni e i convincimenti personali, un altro ciò che prevede la nostra Costituzione, che evidentemente - pare di accorgersi - più passa il tempo più diventa "ingombrante".


La bufala del legittimo impedimento per tutti gli italiani. Colpo gobbo del "terribile" Di Pietro. Riguarda una delle leggi ad personam a cui in questo periodo stanno lavorando gli scherani del cavaliere: il legittimo impedimento. Intendiamoci, che questa legge agli italiani non servisse un fico secco era palese. Di Pietro ha pubblicato sul suo blog la prova ufficiale, ossia il documento (qui in pdf) col quale gli "onorevoli" Cicchitto e Bocchino invitano a non mancare alla votazione. Ecco il testo:

"Caro collega, da martedì prossimo 2 febbraio a partire dalle ore 10 voteremo la legge sul legittimo impedimento. Non serve ricordarti l’importanza che questo appuntamento ha per il PDL, il Presidente Berlusconi e il Governo e ti preghiamo pertanto di garantire la presenza per tutta la prossima settimana senza eccezione alcuna. Cordialmente. Firmato On. Fabrizio Cicchitto e On. Italo Bocchino".


Privacy e foto su Facebook. Credevate veramente che impostando opportunamente le opzioni di privacy sulle foto caricate su Facebook potevate vederle solo voi? Leggete questo articolo di Paolo, e magari, se vi va, fate una prova. :-)


Cosentino e soci. Ricordate la vicenda di Nicola Cosentino, attuale sottosegretario all'Economia e alle Finanze in quota Pdl del quale i magistrati chiesero l'arresto nel novembre scorso per concorso esterno in associazione camorristica? La Camera dei deputati negò - naturalmente - l'autorizzazione e quindi Cosentino sfuggì alla misura restrittiva chiesta dai magistrati. Intendiamoci, si difese con tutte le forze dalle accuse mossegli, ma non in tribunale, bensì nella trasmissione di Bruno Vespa. E in più fece ricorso contro - a suo dire - l'illegittimità della richiesta delle toghe. Ieri è arrivato il responso della Cassazione: la richiesta di arresto per il deputato era perfettamente legittima, e se il suddetto parlamentare non fosse appunto un parlamentare adesso sarebbe in carcere a disposizione dei magistrati. La vicenda ha fatto un certo rumore anche perché Minzolini, direttore del tg1, ha censurato la notizia - evidentemente non la riteneva importante. A me non stupisce il fatto della censura della notizia; stupisce semmai che qualcuno ancora si stupisca.


Balle e spot elettorali. Dopo lo spot elettorale ("Meno immigrati, meno criminalità") in coda all'approvazione del fantomatico piano contro le mafie , che ha mandato su tutte le furie ogni persona che non ha ancora mandato il cervello all'ammasso, Repubblica mette online i dati dell'Istat dai quali emerge che è vero che gli immigrati clandestini sono quelli che delinquono di più, ma le percentuali di reati commessi da immigrati regolari e italiani sono sostanzialmente equivalenti. Naturalmente siamo in campagna elettorale, la Lega è un prezioso alleato di governo e quindi un bello spottone elettorale per parlare alla pancia della gente col solito metodo di buttare sullo stesso piano, senza un minimo di ditinguo, clandestini e criminalità ci stava tutto. Peccato che in altri tempi e in altre circostanze... vabbè...

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