sabato 9 gennaio 2010

Notizie in pillole (39)

Risolta (all'italiana) la questione Ryanair-Enac. Ricordate il contenzioso tra Ryanair e Enac? Ryanair, per ragioni di regolamento e sicurezza, accettava per gli imbarchi solo passaporto e carta d'identità. Enac pretendeva invece che fossero ritenuti validi ed accettati tutti quei documenti rilasciati da enti italiani (patente di guida, tesserini vari, ecc...). La compagnia low cost irlandese aveva minacciato per questo il blocco dei voli a partire dal 23 gennaio prossimo. Adesso tutto è risolto. Lo comunica l'Enac in questo comunicato ufficiale pubblicato sul proprio sito, dove si legge:

Ryanair ripristina i voli domestici italiani ed accetta come documenti di riconoscimento, oltre ai passaporti ed alle carte 'identità, anche tutti i documenti d'identità modello AT/BT (c.d. tessere ministeriali) rilasciati dalla Pubblica Amministrazione di cui al DPR 851 del 28 luglio 1967.

Ma quali sono di preciso questi misteriosi documenti AT/BT? Lo spiega affaritaliani.it in questo articolo:

Ryanair accetterà ora le carte AT/BT - si legge in una nota della compagnia - che vengono rilasciate dal Governo ai ministri, parlamentari, ecc. quale carta di identità nazionale approvata che rientra nelle procedure di sicurezza sullidentità. Questa è l'unica nuova forma di carta di identita' che verrà accettata a seguito del nostro incontro con Enac, per assicurare la sicurezza dei passeggeri, degli assistenti di volo e del nostro aeromobile. Licenze di pesca, patenti di guida e carte di identità professionali - ribadisce la compagnia aerea - non sono una forma accettata di identificazione sui voli Ryanair. Questa procedura e' stata concordata oggi con ENAC e non sara' modificata".

Anche il Corriere aggiunge qualche particolare interessante.

L'accordo è stato annunciato dal presidente dell’Enac, Vito Riggio, dopo l'incontro con un rappresentante della compagnia. Secondo Riggio, i dipendenti pubblici che beneficeranno della procedura di identificazione meno rigida sarebbero circa 9 milioni.

Ok, abbiamo capito l'antifona. Se non fosse sufficientemente chiaro, questo articolo spiega tutto senza tanti giri di parole.


Il tetto del 30% di bambini stranieri nelle scuole. Lo ha annunciato il ministro Gelmini, che ha dichiarato:

"La presenza di stranieri nella scuola italiana, spesso concentrati in alcune classi - spiega il ministro - non è certo un problema di razzismo ma un problema soprattutto didattico". "Lo sanno - continua - le molte mamme che vedono la classe dei loro figli procedere a due velocità di crescita formativa, con alcuni studenti che rimangono indietro ed altri che riescono ad andare avanti meglio".

Ora, da quello che posso immaginare, il ministro in questo caso potrebbe non avere tutti i torti. Se in una classe ci sono infatti un certo numero di alunni con maggiori difficoltà rispetto ad altri, è abbastanza logico che l'insegnante dedicherà a questi una maggiore attenzione per cercare di non perderli per strada. E questo andrà naturalmente a scapito di tutti. Certo è che forse questo problema si potrebbe risolvere in altri modi - ad esempio potenziando l'organico degli insegnati di sostegno -, senza ricorrere al poco simpatico stratagemma di porre delle altrettanto poco simpatiche quote oltre le quali viene in sostanza negato il diritto all'istruzione, riconosciuto come basilare da tutte le convenzioni dei diritti dell'infanzia (per non parlare della nostra Costituzione). Non lo so, la materia mi pare comunque piuttosto delicata.


Del Turco si è "sgonfiato". Pochi ne parlano, ma sembra che l'inchiesta che più di un anno fa portò all'arresto di Ottaviano Del Turco, ex presidente in quota Pd della regione Abruzzo, assieme a un notevole numero di funzionari e assessori, si stia parecchio sgonfiando. All'epoca sembrava che si fosse scoperchiato una specie di pentolone pieno di ogni nefandezza: tangenti, corruzione, associazione a delinquere. Pare invece che l'indagine abbia preso, almeno per adesso, un'altra piega. Scriveva ieri La Stampa:

Sull’inchiesta si spensero i riflettori: le parole di Trifuoggi [procuratore di Pescara, ndr] sembravano preludere ad un processo così ben istruito da poter essere rapidamente archiviato. E invece dal giorno degli arresti - era il 14 luglio 2008 - la Procura si è avvalsa per due volte della facoltà di chiedere una proroga delle indagini. In un anno e mezzo sono state disposte circa un centinaio di rogatorie internazionali alla ricerca di conti esteri o di società off-shore. Ma non un soldo è stato trovato e il pilastro dell’accusa resta, essenzialmente, la parola del «collaboratore» Vincenzo Angelini, il patron delle cliniche abruzzesi che dopo aver goduto per anni di trasferimenti miliardari da parte della Regione, ad un certo punto raccontò ai magistrati di essersi stancato dei ricatti dei politici.

Interessante anche la parte finale dell'articolo.

Poi, intuìto forse che per lui l’aria si stava facendo pesante, [Vincenzo Angelini, ndr] ha cambiato versione. Ha detto la verità? Oppure è vero il contrario? Lo stabilirà il processo e in quella sede gli imputati faranno valere anche un altro dato emerso dal rapporto dei Carabinieri: negli anni tra il 2005 e il 2007 la giunta di centrosinistra aveva tagliato drasticamente i fondi destinati alle cliniche di Angelini, sospettate di una gestione troppo “allegra”, con una decurtazione di circa 43 milioni di euro, quadrupla rispetto ad analoghi tagli disposti dalla precedente giunta di centro destra.

Mah, mi sa che questa vicenda avrà risvolti piuttosto clamorosi.


P2p pericoloso in Svizzera. Giusto per ricordare - a volte ce lo si dimentica facilmente - che condividere in rete film, musica e programmi protetti da diritto d'autore è illegale, segnalo la sentenza di un tribunale svizzero che ha condannato una diciottenne del Canton Ticino a 400 franchi di multa. Qui l'articolo e qui l'ottimo approfondimento di Paolo. Occhi aperti.

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