mercoledì 27 gennaio 2010

Libertà e burqa

La Francia, la "democratica" Francia, sta lavorando attorno a una legge tramite la quale vietare l'uso del burqa nei luoghi pubblici. La motivazione ufficiale è che questo indumento "offende i valori nazionali della Francia." Niente di ufficiale e di definitivo, almeno per ora: diciamo che la cosa è allo studio e si stanno vagliando varie ipotesi per introdurre questo divieto facendo meno "danni" possibili - una soluzione proposta è quella di non prevedere conseguenze penali per chi non intende adeguarsi, ma solo amministrative.

Il burqa è uno di quegli argomenti che dividono e che danno adito a scontri piuttosto accesi. Sostanzialmente, almeno stando alle frequenti discussioni che mi è capitato di avere sulla questione, le ragioni di chi è d'accordo a proibirlo sono abbastanza futili e si richiamano a un generico "da noi non è usanza, quindi gli altri si devono adeguare". La cosa in realtà è un pelino più complessa - o più semplice, dipende dai punti di vista. E' vero, da noi non è usanza, ma allo stato attuale non esiste alcuna legge che impedisca a chichessia di portarlo. Non solo: la nostra Costituzione, come del resto quella francese, dice chiaramente che ognuno è libero di professare la religione che crede, senza alcun limite che non sia il codice penale. E allora cosa facciamo? tiriamo in ballo la Costituzione e il rispetto delle regole solo quando ci fa comodo? E' pur vero che l'utilizzo del burqa non è conseguenza di precise prescrizioni religiose dell'islam, ma semmai frutto di tradizioni locali di certi paesi tipo l'Afghanistan. Ma questo mi pare non cambi di una virgola la questione.

Ecco quindi che, forse, il tutto va ricondotto alle sensazioni personali, alle singole sensibilità. Il burqua non piace, fa paura, è simbolo di una religione diversa, di un'altra cultura, magari ha pure un che di minaccioso e quindi va proibito. Mi pare che sia il classico ragionare con la pancia tipico di certe frange politiche di nostra conoscenza. Intendiamoci, nessuno, tanto meno io, discute sul fatto che vedere queste persone totalmente coperte possa creare una qualche forma di inquietudine, ma il discorso si riduce sempre lì: è un motivo valido per proibirlo?

3 commenti:

andynaz ha detto...

mi pare che una proposta del genere ora la voglia presentare anche la Carfagna. qui in Italia non ho ancora capito una cosa (mai nessun telegiornale che approfondisca come si deve!!): è legale andare in giro con il volto coperto? e nel caso ti fermi la polizia per un controllo, che farebbe una donna col burka? se lo toglierebbe anche davanti ad un uomo?
penso che la questione sia delicata e vada studiata bene, ovviamente senza pregiudizi di sorta :-)

per scendere nel caso più particolare, una cosa che mi sono chiesto ieri: ho sentito un'intervista in uno dei TG nella fascia 20/21 (non mi ricordo quale, forse il TG2?) nel quale una signora mussulmana dichiarava che, per esempio in un ufficio pubblico, si sarebbe tolta il burka davanti ad un'impiegata donna, ma non davanti ad un uomo. al che mi chiedo: che fare in questo caso?? personalmente non nascondo che se fossi io l'impiegato passerei direttamente al prossimo utente della fila :-P

Nóónno ha detto...

Concordo con andynaz, l'unico problema che vedo nel burqa è nel riconoscimento di una persona, quando previsto dalla legge. Se la legge prevede l'obbligo di farsi riconoscere (ad esempio in caso di controlli) la persona è tenuta a farsi riconoscere anche se chi ha il compito di farlo è un uomo, se invece si vuole fare un azione che prevede il riconoscimento (vedi situazioni negli uffici pubblici) ovviamente non si può obbligare a scoprirsi davanti ad un uomo, ma mi pare altrettanto ovvio che non si può pretendere la presenza di una figura femminile per ogni situazione possibile.
Aggiungo che trovo ovviamente molto ovvio che sta alla sensibilità di chi interagisce con le persone andare incontro, quando possibile, alle esigenze di chi sceglie di portare il burqa (giudicherei al limite del sopruso obbligare una donna a farsi riconoscere da un agente uomo quando è presente anche un'agente donna).

Andrea Sacchini ha detto...

Ho fatto un giro di googlate per vedere di capirci qualcosa riguardo alla questione, e devo dire che... non ci ho capito niente.

L'unica cosa che si può affermare con una certa sicurezza, in mezzo alla giungla di provvedimenti e direttive che ho trovato, è che il burqa di per sè non è proibito a patto che sia possibile l'identificazione del soggetto che lo indossa su richiesta di qualsiasi autorità di pubblica sicurezza. Su questo assunto si basa ad esempio la decisione del prefetto di Treviso, risalente al 2007, di autorizzare l'utilizzo dell'indumento a patto di non sottrarsi a una eventuale identificazione.

Per il resto, come dicevo, ci troviamo di fronte a una vera e propria giungla di direttive di cui trovate un buon riassunto qui.

In linea generale, comunque, il fatto che sia permesso lo conferma l'intenzione della Carfagna di legiferare in senso opposto. :-P

Se qualcuno è in grado di trovare qualcosa di più preciso è il benvenuto.

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