venerdì 4 dicembre 2009

Quanto costa pentirsi

Ricordate quando il governo aveva in mente di ridimensionare fortemente le intercettazioni telefoniche? (non ha abbandonato il progetto, non preoccupatevi). Per giustificare il provvedimento, gli house organ di casa, insieme a tiggì compiacenti, hanno iniziato una campagna (dis)informativa senza precedenti per raccontarci che sono pericolose perché violano la privacy degli italiani, perché sono costosissime e altre sciocchezze del genere - ne ho parlato a lungo in queste pagine e non sto a tornarci sopra -.

Poi, sempre tramite le trombette di governo, è stata messa nel mirino la magistratura, quella che da quando Berlusconi è sceso in politica (dice lui) lo tartassa in tutti i modi. E quindi è cominciato il martellamento sulla necessità improcrastinabile di separare le carriere e le funzioni tra magistratura inquirente e giudicante, il martellamento sui giudici fannulloni, ecc... (ovviamente sono tutte balle, come potete vedere scorrendo i link nella colonna qui a fianco).

Adesso c'è il problema dei pentiti, venuto improvvisamente alla ribalta da quando sono state riaperte le indagini sui collegamenti tra mafia e stato in riferimento alle stragi dei primi anni '90. Stamattina, come sapete, c'è a Torino la deposizione del cosiddetto killer di Brancaccio nell'ambito del processo a Dell'Utri. Parlerà quello Spatuzza che da molti giorni ormai è l'incubo del cavaliere, molto più dei processi Mills e Mediaset. Potevano i trombettieri di corte restarsene buoni? Ma neanche per sogno. Ecco quindi che già da un po' i vari ministri ad personam hanno cominciato ad infestare giornali e tv con l'unico scopo di delegittimare le parole dei pentiti e l'attendibilità degli stessi.

La ciliegina sulla torta di questa ondata di delegittimazione l'ha messa Libero ieri mattina, spiegando in un mirabile articolo quanto costano i pentiti allo stato.


L'articolo è una piccola perla che varrebbe la pena conservare a futura memoria. Si mette infatti l'accento sul fatto che i pentiti coi loro programmi di protezione costano allo stato - pensate - "circa 65 milioni e mezzo ogni dodici mesi". 65 milioni all'anno su un totale delle spese per la giustizia che si aggira sui 7 miliardi annui (dati 2007). Uno sproposito, come si capisce bene. Ovviamente non si dice quanto lo stato ha incamerato grazie alla collaborazione dei pentiti e ai beni confiscati alla mafia grazie alle rivelazioni di questi ultimi. Non si dice l'importanza che hanno avuto i pentiti, da Buscetta in poi ma anche prima, nell'infliggere i più grandi colpi alla mafia da parte dello stato. No, adesso la parola d'ordine è delegittimare e screditare. Lo impone la situazione.

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