mercoledì 23 dicembre 2009

Internet è una materia delicata

Lo ha detto ieri il ministro Maroni al termine dell'incontro, tenuto al Viminale, con i rappresentanti dei provider e gestori dei social network. "Il governo sembra dunque intenzionato a rivedere la decisione di intervenire per legge su una materia che, come ha detto lo stesso Maroni, è molto delicata perché va a incidere sulla libertà di espressione dei cittadini". Beh, fa piacere che il ministro se ne sia reso conto, seppur in maniera tardiva. Qualcuno è già da tempo che fa presente questa cosa, che cioè occorre distinguere, come fanno già in America e in molti altri paesi, tra libertà di espressione (che comprende pure libertà di esprimere idiozie) e reale pericolo di istigazione alla violenza o a commettere reati.

Insomma, il confine è sottile e il legislatore dovrebbe avere almeno l'accortezza di rifletterci su, di ponderare bene ogni decisione in questo senso, evitando di legiferare di corsa sull'onda emozionale degli avvenimenti. E, pare (il dubbio è sempre meglio mantenerlo), che si stia andando in questa direzione. Il ministro dell'Interno ha infatti annunciato, contrariamente agli allarmi e alle dichiarazioni della prima ora, di voler agire in maniera soft. Cosa vuol dire? Beh, sostanzialmente pare che ci si indirizzi verso la redazione di una sorta di codice di autoregolamentazione (?) tra tutti i soggetti coinvolti. Niente aggravamento delle pene sull'istigazione alla violenza, quindi, né inasprimento delle stesse in virtù del fattore internet. Prendiamo atto e attendiamo gli sviluppi, ovviamente con gli occhi aperti.

Ricordando che tutto questo affannarsi legislativo in senso restrittivo è nato in seguito alle reazioni sul web dell'attentato a Berlusconi, vale la pena segnalare che quest'ultimo ha annunciato di aver perdonato il suo aggressore. Ieri, insomma, è stata la giornata delle distensioni: prima la telefonata cordiale a Napolitano per lo scambio degli auguri natalizi, e poi, in serata, l'annuncio del perdono a Tartaglia. Questi avvenimenti rispondono naturalmente a un preciso calcolo politico a una naturale forma di coerenza. D'altra parte chi si è appena proclamato leader del partito dell'amore non poteva agire diversamente.

Naturalmente alcune perplessità rimangono. Sentire ad esempio un Berlusconi che in merito al perdono a Tartaglia dichiara che "non si può far passare il messaggio che si può aggredire il presidente del Consiglio, che resta una istituzione da difendere" fa un certo effetto, visto che negli ultimi 15 anni lui praticamente non ha fatto altro che attaccarle (Consulta, Quirinale, Parlamento, stampa libera, organi di garanzia vari, ecc...). Ma queste sono cose passate. Adesso c'è il partito dell'amore, siamo sotto Natale, siamo tutti più buoni e ciò che è stato è stato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

secondo la vigente legislazione Tartaglia rischia non meno di 25 anni di galera in isolamento e altri 30 di carcere ordinario.

riguardo la rete secondo me occorre fare come in cina e in Iran.

e fare lo stesso con i media. i politici hanno i loro diritti.

Andrea Sacchini ha detto...

Tartaglia rischia non meno di 25 anni di galera in isolamento e altri 30 di carcere

Strano: secondo il Giornale rischia al massimo 5 anni. Quindi, o te l'house organ di casa non ci avete preso neanche un po' (la cosa non mi stupisce).


riguardo la rete secondo me occorre fare come in cina e in Iran.

Certo, peccato che non sia servito a niente.


e fare lo stesso con i media. i politici hanno i loro diritti.

Certo, come quello dei commentatori anonimi (anche se una mezza idea ce l'ho) di sparare idiozie a mitraglietta. In fondo internet è anche questo.

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