lunedì 14 dicembre 2009

Il boss scarcerato? Naturalmente è colpa del giudice

Sta facendo un certo rumore la scarcerazione disposta dal tribunale di sorveglianza di Bologna del boss Gerlando Alberti. Al signore in questione, trafficante di droga siciliano e responsabile dell'omicidio nel 1985 della allora diciassettenne Graziella Campagna, è stato commutato l'ergastolo in arresti domiciliari per l'età e per gravi motivi di salute.


Ovviamente notizie come questa sono un input fenomenale, occasioni imperdibili per dare contro ai magistrati. Il tenore, infatti, più o meno simile dappertutto, tiggì compresi, è quello che leggete qui sopra in questa schermata catturata sul sito del Giornale: bufera sui magistrati! Voi sapete che da un certo periodo di tempo, che coincide più o meno con la venuta al pettine di molti guai giudiziari del premier, è in atto a reti e organi unificati una campagna contro le procure e contro i magistrati senza precedenti, magistrati che di volta in volta vengono accusati di essere fannulloni, incompetenti, responsabili dello stato da terzo mondo in cui versa la giustizia in Italia, ecc... Ora, intendiamoci, nessuno qui intende martirizzare la categoria, magari elevandola al di sopra di ogni responsabilità, ma l'operazione che stanno conducendo i media è fuor di dubbio che sia meschina e scorretta.

Tornando al caso specifico, per correttezza di informazione va segnalato - lo fa ad esempio La Stampa - che il provvedimento in questione è stato richiesto espressamente dal legale di Alberti.

La richiesta, come ha spiegato lo stesso presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, Francesco Maisto, è stata avanzata dallo stesso penitenziario su richiesta dell’avvocato difensore del 71enne.

Richiesta vagliata dal tribunale collegiale, formato da quattro giudici, con il parere favorevole del procuratore generale. E contro la quale non c’è stato alcun ricorso.

Ora, come sapete io non sono un esperto di diritto e cose penali, ma immagino che se quattro giudici si sono messi a un tavolo e, legislazione vigente alla mano, hanno deciso di concedere i domiciliari, avranno riscontrato che la suddetta legislazione lo permette: vuoi per il limite di età o vuoi per le condizioni di salute certificate da vari documenti - oltretutto lo sapremo presto visto che Alfano ha prontamente mandato gli ispettori ministeriali per verificare -.

Attenzione, non sto dicendo che questa eventuale legge che consente i domiciliari al settantunenne sia giusta, sto solo dicendo che probabilmente questa legge c'è. Aspettiamo quindi con ansia che una informazione corretta e non asservita supinamente ai voleri di chi comanda titoli: "Scarcerato boss, bufera sulla legge che l'ha permesso!".

Nessun commento:

20.000 euro

Mi fa un certo effetto questa immagine di Luciano Canfora mentre esce dal tribunale, un po' piegato sotto il peso dei suoi 8...