lunedì 9 novembre 2009

Bisogna salvarlo. Chi non ci sta, fuori!


Non poteva essere più esplicito, ieri, come vedete qui sopra, il titolo in home page del principale house organ di famiglia. Berlusconi va salvato a tutti i costi. Chi è d'accordo bene, gli altri fuori. Come ho scritto appena ieri, la salvezza del premier dal tribunale è una questione ormai che non si sta più affrontando nascondendola furtivamente e di soppiatto qua e là nei vari decreti, ma alla luce del sole.

In un Parlamento dove ormai si è arrivati a lavorare otto ore a settimana, con Brunetta che ovviamente guarda da un'altra parte, sul fronte giustizia invece si va a pieno regime. E ieri, come scriveva il Giornale, il premier ha giocato l'ultima carta: una dichiarazione da far sottoscrivere a ogni singolo parlamentare del Pdl per vedere chi ci sta o no. Un ultimatum, insomma, un fare la conta in sostanza degli "amici" e dei "nemici". Chi firma è dentro, chi non firma si può accomodare alla porta con tanti saluti. E se alla fine i cosiddetti nemici saranno in maggioranza, salta tutto e si ritorna alle urne.

Eccolo qua, quindi, alla luce del sole, questa sorta di "papello" da firmare che in fin dei conti, come scriveva ieri Verderami sul Corriere della Sera, altro non è che il testo della legge scritto dai "tecnici" del cavaliere. Ora, intendiamoci, qualche provvedimento che vada nella direzione di abbreviare un po' i tempi biblici dei processi, che fanno del nostro paese un esempio da non imitare nel resto del mondo - lasciando da parte i reiterati richiami dell'UE - è sacrosanto. Ma la prescrizione breve a cui punta Berlusconi, quella che - guarda un po' - azzererebbe di colpo il processo Mills, non mi pare sia esattamente la famosa "riforma organica" di cui tanto si parla. Riforma organica che semmai, qualora ci fosse realmente la volontà, dovrebbe passare per un aumento di organico dei magistrati, di risorse, di mezzi, di soldi per pagare gli straordinari ai cancellieri in modo da poter svolgere udienze anche al pomeriggio, solo per citare qualcosa.

Domani, appunto, Berlusconi vedrà finalmente Bossi e Fini per verificare se esistono i presupposti e per sondare un po' il terreno. La lega pare più possibilista (quando è ora di porcate loro ci sono sempre), mentre invece Fini ha già detto ieri da Fazio che gli autografi si chiedono a Sting non ai deputati, anche se ha convenuto che effettivamente la questione della lunghezza del processo penale non è più tollerabile. Anche Alfano, poco fa, ha detto che a lui non risulta niente in merito a prescrizione breve o cose simili. Mah... Il problema di Fini, in sostanza, è quello di fare sì che questa benedetta legge sia "presentabile", che magari salvi sì il cavaliere dai suoi processi ma nel contempo serva ai cittadini. Come? Ancora non si sa. Sul punto, però, è stato chiaro: “Il problema è dare al cittadino danneggiato il diritto di veder tutelata la propria volontà di arrivare a una sentenza. Se con una leggina - ha concluso - si annullano processi. il cittadino che ha già pagato l’avvocato, che si è imbarcato in un processo, quel cittadino si arrabbia”.

Tradotto: se stesse per arrivare a sentenza un processo in cui voi siete parte lesa e che rappresenta l'ultima chance, se le cose vanno per il verso giusto, per ottenere giustizia, non vi incazzereste un pochino se venisse buttato tutto nel cesso per salvare il presidente del Consiglio? Sembra incredibile, ma di questo si sta in questo momento discutendo nel luogo deputato a fare leggi nell'interesse collettivo.

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