martedì 6 ottobre 2009

Giornate così

Giornatina niente male quella di ieri, e quella di oggi si preannuncia altrettanto intensa. A voler scrivere un post per ogni notizia rilanciata ieri dalle agenzie, ci sarebbe da riempire un blog. Vediamo un po' le principali.

Il giudice Raimondo Mesiano ha pubblicato le motivazioni che accompagnano la sentenza Cir-Finivest, dove quest'ultima è stata condannata a pagare 750 milioni di euro alla holding di De Benedetti. Motivazioni molto simili a quelle pubblicate dopo la sentenza di primo grado del processo Mills, secondo le quali, scrivevano i giudici, Mills agì per conto e nell'interesse di Berlusconi. Stessa storia si ritrova appunto nella sentenza del giudice Mesiano, secondo cui Berlusconi era corresponsabile della vicenda corruttiva alla base di tutta l'intricata storia. Come era prevedibile, l'arzillo presidente del Consiglio non l'ha presa bene, e si è subito lanciato in una delle sue leggendarie interpretazioni delle sentenze che lo riguardano. All'epoca della sentenza Mills il premier usò l'aggettivo "scandalosa"; questa volta, dopo aver comunicato al mondo di essere allibito, l'ha definita "una sentenza al di là del bene e del male". Siamo alla metafisica, insomma.

Bene. Nel frattempo lo stato maggiore del Pdl si mobilita in difesa del capo: Ghedini ha definito la sentenza "incredibile e infondata", Gasparri e Cicchitto strillano di tentativi di delegittimazione della volontà popolare, e Capezzone ovviamente si accoda. Bondi e La Russa parlano invece di attacco concentrico da parte dei "poteri forti"(?). Mi pare che il quadro sia completo. Qualcuno, naturalmente, ha già ventilato l'ipotesi di una grande manifestazione di piazza (qui un ipotetico titolo ^_^) in sostegno del premier - avete mai visto una maggioranza di governo che scende in piazza? Ovviamente gli house organ di casa non se ne stanno con le mani in mano, e qualcuno, come scrivevo ieri, si spinge addirittura a parlare di golpe. Fin qui la questione Berlusconi-De Benedetti.

Oggi, altro appuntamento di una certa importanza per quel che riguarda, a detta di molti, addirittura la tenuta del governo. La Consulta decide infatti se il famoso lodo Alfano è legittimo o meno dal punto di vista della Costituzione. In pratica si tratta di vedere se le leggi di un paese valgono per tutti i cittadini di quel paese oppure no - chi fosse interessato può seguire il dibattito alla Consulta dal sito dell'Espresso. Non è una decisione dalle implicazioni di poco conto. Se la Consulta, come è auspicabile, dovesse decidere per l'incostituzionalità, il premier terminerebbe il suo periodo sabbatico lontano dai tribunali e ricomincerebbe, forse, a farsi vedere in qualche aula, dal momento che i processi pendenti attualmente congelati grazie proprio al suo scudo spaziale riprenderebbero. E' opinione comune, sia di molti esponenti della maggioranza che dell'opposizione (scusate, mi trovate un altro termine?), che un parere sfavorevole della Consulta porterebbe gli italiani di nuovo alle urne. Ipotesi accarezzata sia da Calderoli che da Casini, mentre altri (Bossi) non lo pensano ma ribadiscono che in ogni caso "la lega è pronta".

Alle armi!

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