martedì 22 settembre 2009

Centrali nucleari, partono i primi ricorsi alla Consulta

Probabilmente neppure Scajola, sotto sotto, pensava che il suo progetto andasse a buon fine senza grane, senza qualcuno o qualcosa che si mettesse di traverso. Diciamo che forse ci sperava. E invece i bastoni sono arrivati, e neppure piccoli, pare. E' infatti notizia di ieri che 5 regioni italiane: Calabria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna e Piemonte, hanno deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge 99/2009, recentemente approvata dal governo per disciplinare la reintroduzione del nucleare in Italia.

Della questione nucleare sì/nucleare no ho già parlato a profusione, in passato, in queste pagine, e quindi non ci sto a tornare sopra. Quello che mi interessa mettere in evidenza è il significato di questa giusta presa di posizione di alcune regioni nei confronti di quello che si può tranquillamente inquadrare come un atto di arroganza del governo - non parliamo proprio di sopruso, ma insomma... Qui, forse, occorre una brevissima spiegazione per inquadrare meglio il tutto.

Come sapete, a inizio luglio di quest'anno è diventato legge il cosiddetto "ddl sviluppo", il progetto di legge che tra le altre cose si occupa del rilancio del nucleare in Italia. Una legge che ha nell'art. 25 il suo nodo più controverso.

Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle norme in tema di valutazione di impatto ambientale e di pubblicità delle relative procedure, uno o più decreti legislativi di riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi e per la definizione delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle popolazioni interessate.

Ecco qua, secondo la legge è tutto di competenza del governo, compresi i luoghi in cui dovranno essere costruite queste centrali. Ora, a voi farebbe piacere che se ne costruisse una vicino a casa vostra senza che il vostro parere sia vincolante? Da qui i ricorsi alla Consulta da parte delle regioni sopra menzionate. Ricorsi che hanno appunto come cardine la presunta violazione degli articoli della nostra Costituzione (questi) che non contemplano le decisioni in materia di politica energetica come prerogativa esclusiva dello stato.

In attesa di vedere come andrà a finire questa storia, se magari altre regioni decideranno di aggregarsi a questa inizativa, occorre segnalare che a memoria (mia) è piuttosto difficile ricordare un governo che abbia dato tanto lavoro alla Consulta come questo. A parte questo ultimo episodio, infatti, vale la pena ricordare che la Corte Costituzionale si è già espressa in materia di scuola bocciando all'inizio di luglio i tagli della Gelmini alla scuola e l'accorpamento dei plessi scolastici nei comuni più piccoli - anche qui, guarda un po', la materia era di competenza regionale. Sempre la Consulta, poi, ormai la cosa è nota, è in procinto di esprimersi sulla legittimità o meno del famigerato lodo Alfano, la legge che salva dai processi le 4 più alte cariche dello stato nel corso del loro mandato. A questo si aggiunge la notizia di ieri che la Regione Emilia Romagna ha presentato ricorso per la questione delle ronde, mentre alcuni giorni fa è toccato al reato di clandestinità.

Ora, penso che sia inutile ricordarlo, ma la Corte Costituzionale è quel particolare organo dello stato che ha il compito specifico di vigilare affinché le leggi che vengono promulgate dai vari governi rispondano ai dettami della nostra Costituzione. E il fatto che ultimamente detto organo abbia così tanto lavoro, mi sembra che sia il compimento di quanto annunciato in sordina tempo fa da illustri esponenti di questa maggioranza.

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