giovedì 17 settembre 2009

Avvisaglie di incostituzionalità

Che alcuni dei provvedimenti messi in campo dall'attuale esecutivo siano in forte odore di incostituzionalità è noto. Un esempio per tutti è il celeberrimo lodo Alfano, la legge votata in fretta e furia l'estate scorsa che protegge le quattro più alte cariche dello stato da eventuali procedimenti giudiziari - come si sa, per ora a beneficiarne è solo uno, Berlusconi. Tale legge è attualmente al vaglio della Corte Costituzionale che ne stabilirà la legittimità o meno ai primi di ottobre.

Ieri, sempre a proposito di presunte incostituzionalità, è passata piuttosto in fretta una notizia che mi pare interessante e che ha a che fare con la nota e controversa legge che ha istituito il reato di clandestinità, della quale ho scritto parecchio in questo blog. La procura di Bologna, infatti, primo caso in Italia, ha deciso di presentare eccezione di incostituzionalità proprio di questa legge.

Per la procura di Bologna il reato di clandestinità è incostituzionale. Così tutti i procedimenti che riguardano immigrati irregolari finiscono nel congelatore. Ad avanzare dubbi di legittimità stavolta non è l'opposizione di governo, ma la procura del capoluogo emiliano che ha «impugnato» la normativa. Nel giorno della prima udienza, in cui i giudici di pace dovevano affrontare tutti i casi raccolti dall'8 agosto (da quando cioè il nuovo reato è stato introdotto), piazza Trento e Trieste ha sollevato un'eccezione di incostituzionalità. (fonte)

Il procuratore Massimiliano Sensi, spiega sempre il Corriere, ha ravvisato questa anomalia della legge riprendendo le motivazioni messe in rilievo fin da subito non solo dai giuristi, ma da chiunque ha avuto modo di conoscere i dettagli del provvedimento, il più controverso dei quali sancisce appunto la criminalizzazione della persona non sulla base di quello che fa ma di quello che è.

Altro rilievo riguarda invece il principio che la legge è uguale per tutti, disatteso - sempre secondo il procuratore - dalla sanatoria delle badanti.

Tra i motivi, la violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge, che verrebbe meno due volte: da un lato non sarebbe garantito un uguale trattamento in situazioni simili, dall'altro un diverso trattamento in situazioni differenti. Anche in merito alla sospensione del procedimento penale limitatamente alle cosiddette badanti disponibili all'emersione, e non a tutto il lavoro in nero, risulterebbe violato il principio di uguaglianza di fronte alla legge.

Insomma, si preannuncia altro lavoro per la Consulta. Per la verità non era così inaspettata questa mossa della procura di Bologna. Quando infatti è passata la legge, in molti hanno ipotizzato che prima o poi qualcuno avrebbe imboccato questa strada, segno evidente che il sospetto che questa legge fosse illegittima era abbastanza fondato. Vedremo.

Se è ancora presto per fare previsioni sull'esito che avrà l'iniziativa della procura di Bologna, su un'altra vicenda analoga ci sono invece ben più certezze: la decisione sul lodo Alfano. E, tra queste certezze, c'è sicuramente la data del 6 ottobre prossimo, giorno in cui la Consulta si pronuncerà definitivamente e giorno in cui si saprà se possono riprendere i tre processi pendenti su Berlusconi: Mills e diritti tv a Milano, compravendita di senatori a Roma. Anche qui è ovviamente impossibile fare previsioni, anche se alcuni segnali, se correttamente interpretati, possono dare qualche indicazione. Primo fra tutti, quello che una prima versione del lodo Alfano, il lodo Schifani, dal nome del suo ideatore, è già stato bocciato una volta dalla Consulta nel 2004. Visto quindi che questo ne è praticamente una fotocopia... A ciò si aggiunge la direzione che pare stia prendendo in merito la Consulta stessa. Scriveva giusto ieri Repubblica:

Le prime indiscrezioni danno un primo possibile esito: su 15 [giudici, ndr], otto per la bocciatura, cinque contrari, due incerti. Da questi dipenderà il destino della legge che, se cassata, metterà in seria crisi il governo.

E che da questa decisione dipendano effettivamente le sorti del governo, che tra l'altro di grane ne ha non poche ultimamente, lo dice chiaramente l'Avvocatura dello Stato, secondo cui una eventuale bocciatura di questo abominio condurrebbe inevitabilmente alle dimissioni del presidente del Consiglio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io mi domando che senso ha fare leggi e lodi incostituzionali. ma i vari Alfano e altri politicanti di tale risma non lo sanno che se fanno una legge incostituzionale, un lodo o un decreto legge, dovranno passare necessariamente per la corte costituzionale e per la consulta che gli può bocciare tutto quanto?
non capisco perché non si leggono la Costituzione italiana prima di "partorire" simili guazzabugli e pasticci.
non è che per caso non hanno mai visto la Costituzione in vita loro?
a volte mi domando pure se questi sappiano leggere e far di conto!
fossero solo leghisti allora potrei pure capirlo, loro scrivono e pensano in "padano". Ma alcuni di questi politici non sono leghisti!!

mah
misteri italiani.

Romina ha detto...

Che sia la volta buona? :D

Andrea Sacchini ha detto...

Adal:

>io mi domando che senso ha fare leggi e lodi incostituzionali

Beh, è pittosto semplice. La prima versione del lodo Schifani ha consentito lo stralcio della posizione di Berlusconi dal processo SME. Il lodo Afano, invece, come sappiamo, è quello che ha congelato fino al termine della legislatura i tre processi a suo carico ancora pendenti. Come vedi, niente è per caso. :-)

>ma i vari Alfano e altri politicanti di tale risma non lo sanno che se fanno una legge incostituzionale, un lodo o un decreto legge, dovranno passare necessariamente per la corte costituzionale e per la consulta che gli può bocciare tutto quanto?

Certo che lo sanno, ma intanto ci provano, come del resto ha ammesso recentemente lo stesso Gasparri.

>mah
misteri italiani

Come vedi, nessun mistero.

Romina:

>Che sia la volta buona?

I presupposti paiono esserci tutti. Vedremo.

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