venerdì 10 luglio 2009

Il ddl Sviluppo è legge, si torna (volenti o nolenti) al nucleare

E' diventato definitivamente legge dello stato, dopo quattro passaggi parlamentari, il cosiddetto ddl Sviluppo, il disegno di legge che contiene numerose norme in materia principalmente di industria ed energia. Qui trovate il testo integrale così com'è stato licenziato dal Senato e qui trovate una sintesi dei punti principali.

Piccola nota a margine. A volte qualcuno mi chiede perché da tempo ormai mi interessi e scriva su questo blog quasi escusivamente di politica. Il motivo è molto semplice: perché da quello che combinano lorsignori dipende in gran parte il nostro stile di vita, le nostre abitudini, le nostre consuetudini. Quello che loro decidono ha cioè ricadute ed effetti sulla nostra vita quotidiana; ecco perché mi interesso e scrivo di queste cose. Se ad esempio, giusto per restare in tema con questo articolo, il governo deciderà in un prossimo futuro di costruire una centrale nuclerare vicino a casa mia e la legge prevede che il mio parere in proposito non è vincolante, secondo voi ha ricadute questa cosa su di me oppure no? Se il governo decide per legge di abolire le intercettazioni, e per giustificare questo provvedimento racconta una montagna di balle, ha ricadute questa cosa sulla mia vita o no? Questo giusto per fare un paio di esempi tra i tanti che si potrebbero fare. Ma torniamo al nostro ddl Sviluppo.

L'intero pacchetto contiene al suo interno una miriade di misure e provvedimenti che sarebbe interessantissimo analizzare singolarmente, ma che intuibili motivi di tempo ovviamente me lo proibiscono, almeno per il momento: si va ad esempio dal ripristino dei fondi pubblici all'editoria alla privatizzazione delle ferrovie, da un inasprimento delle sanzioni contro la contraffazione alla modifica in senso meno restrittivo delle norme sulle class action, cosa che secondo molte associazioni dei consumatori sarà un regalo alle aziende più scorrette e un danno ulteriore agli utenti vittime di truffe.

Ma il capitolo più controverso e contestato è ovviamente quello che riguarda il nucleare. Questa legge, infatti, dà sostanzialmente il via libera a tutto il progetto che vede il ritorno a questa forma di energia, e tutto questo nonostante il referendum col quale, 20 anni fa, la stragrande maggioranza degli italiani ha detto esplicitamente di non volerne più sapere. Come al solito la volontà popolare viene sempre tenuta in grande considerazione. Sul nucleare in sé non torno sopra, ho già scritto a sufficienza sull'argomento, mi premeva solo segnalare alcune norme, ovviamente ancora sulla carta, che intende adottare il governo per perseguire il suo scopo.

Tra tutte spicca senz'altro la sostanziale egemonia decisionale del governo in materia, esplicitata dal primo comma dell'art. 25 della legge, nel quale si legge:

Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle norme in tema di valutazione di impatto ambientale e di pubblicità delle relative procedure, uno o più decreti legislativi di riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi e per la definizione delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle popolazioni interessate.

Chiaro no? Ogni decisione - dalla localizzazione dei siti, alla gestione delle scorie, alle "compensazioni" da corrispondere agli interessati - saranno esclusiva del governo. Scrive a tal proposito Anna Pacilli su carta.org:

A questo proposito, il testo «semplifica» al massimo le procedure e prevede un’autorizzazione unica, rilasciata dal ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la conferenza unificata, di concerto con il ministro dell’ambiente, a seguito di un procedimento unico semplificato al quale partecipano le amministrazioni interessate. In più, nel caso non venga raggiunto un accordo con gli enti locali, la scelta del sito la fa direttamente il governo. E comunque tutti i siti individuati possono essere dichiarati «aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciale forme di vigilanza e di protezione», cioè secretate e militarizzate. In pratica, decide tutto il governo nazionale e le comunità locali che non sono d’accordo si arrangiano.

Esattamente quanto c'è scritto alla lettera "f" dello stesso comma citato prima:

determinazione delle modalità di esercizio del potere sostitutivo del Governo in caso di mancato raggiungimento delle necessarie intese con i diversi enti locali coinvolti, secondo quanto previsto dall'articolo 120 della Costituzione (questo).

Insomma, se il governo decide di costruire una centrale in una data regione, in un determinato sito, paese, città, si può fare tutto il casino che si vuole, ma la decisone finale spetta ad esso. Sarà interessante vedere nei prossimi mesi cosa succederà e come intenderà il governo porsi nei confronti delle regioni che hanno già detto no agli insediamenti nucleari. Avremo nuovi casini come quello scoppiato in Basilicata nel 2003? Da notare, tra l'altro, che all'epoca non era neppure prevista a Scanzano Jonico la costruzione di una centrale, ma solo lo stoccaggio di scorie. Vi immaginate cosa succederà quando si dovrà discutere con le popolazioni interessate della costruzione di un impianto di produzione?

Cosa farà il governo? Manderà i militari coi manganelli? Non si sa. Una cosa si sa: che mentre le più grandi autorità scientifiche in materia dicono all'unisono che il nucleare è sostanzialmente un ritorno alla preistoria dell'energia, e mentre lo stesso Obama, negli Stato Uniti, ha messo in cima alle sue priorità di governo le fonti energetiche rinnovabili, noi abbiamo Scajola che vuole tornare al nucleare. E lo farà con noi o senza di noi.

Prendete nota.

8 commenti:

Sbronzo di Riace ha detto...

dai un po' di ottimismo radioattivo, vuoi che con tutti i posti che ci sono la facciano vicino a casa tua?

per le centrali nucleari serve molta acqua per il raffreddamento

c'è per caso un grande corso d'acqua o un mare vicino a casa tua?

:-)

Andrea Sacchini ha detto...

Il corso d'acqua c'è, ma è troppo piccolo per lo scopo.

Però c'è il mare, e, guarda caso, ci sarebbe anche il l'area adatta. Brrr...

:-)

Anonimo ha detto...

di male in peggio.

gli stati uniti non costruiscono più centrali atomiche dal 1976; la danimarca ha rinunciato al nucleare alcuni anni fa. la Germania si appresta a ridimensionare il nucleare in attesa di uscirne fra qualche anno; la francia passerà forse a centrali della quarta generazione dimezzandone il numero e si appresta pure a rottamare quelle che ha vendendone i componenti a noi (della terza generaziona ovviamente).
le centrali della terza generazione - che già sono vecchie e saranno decrepite quando le avremo noi - sono quelle che producono molta energia a prezzo di gravissimi problemi in caso di fuoriuscita.
Per capirci la centrale di chernobyl con reattori bmk-1000 moderata a grafite - è paradossalmente più sicura con la giusta manutenzione. Quel tipo di centrale, vecchissima sicuramente, aveva 14 tipi di sistemi di sicurezza che furono disattivati tutti (e ripeto tutti) per testarla oltre il consentito, e solo per questo ci fu il disastro!
quelle della terza generazione sono meno sicure, producono più energia e, in caso di disastro, possono causare danni superiori!

insomma: il solito pastrocchio all'Italiana.

fra 40 anni arriveremo al terzo o quarto livello di sperimentazione delle centrali a fusione a confinamento magnetico. Se il progetto avrà successo finirà l'era nucleare e entreremo nell'era delle centrali a plasma in grado di fornire energia quasi infinita a rischi zero (ma con costi di realizzazione fantascientifici!! almeno attualmente).
vedremo a che punto sarà il progetto DEMO.
tanto per capirci se un giorno riusciremo a costruirne la sicurezza si basa sul fatto che un reattore al plasma produce come scoria l'elio, gas inerte, non ha bisogno di raffreddamento a grafite. basta spegnere il reattore e finisce lì. inoltre utilizza il trizio materiale radioattivo con dimezzamento di 12 anni.
va be sto correndo troppo...

fermiamoci qui.

Andrea Sacchini ha detto...

Io continuo ancora a chiedermi, e sono curioso di vedere come andrà a finire, come risolverà il governo la questione della localizzazione dei siti su cui costruire le centrali.

A leggere gli articoli del ddl sembra la faccia facile, ma vi ricordate, solo per fare un esempio, i casini successi a Napoli anche solo per localizzare il sito per una discarica? Vi immaginate cosa succederà con una centrale?

caio ha detto...

La scelta è davvero tragica sotto diversi punti di vista: ambientale, sanitario, economico. Ma anche sotto l'aspetto del metodo democratico (come giustamente hai evidenziato) è un passo indietro pericoloso (peraltro recidivo) ed una linea di tendenza preoccupante:
http://www.avanzidipopolo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=610:ddl-sviluppo-nucleare-manu-militari&catid=37:inquinamento&Itemid=58

Andrea Sacchini ha detto...

La scelta è davvero tragica sotto diversi punti di vista

Già, ma sai qual è la cosa assurda? Quando si fanno notare queste cose si viene automaticamente bollati come quelli del no a tutto. Non hanno ancora capito che molte persone non prendono per buoni acriticamente gli annunci roboanti del governo, ma si informano e ne traggono le conseguenze.

Il cattivo Otto ha detto...

Scusate, ma a nessuno passa per la mente che USA, Francia e altri non costruiscono più centrali perché ne hanno già molte. E diventa più difficile trovare posti giusti se hai gia costruito precedentemente.

Per vedere la situazione mondiale:

http://www.euronuclear.org/info/encyclopedia/n/nuclear-power-plant-world-wide.htm

Per quanto riguardo la democrazia, penso debba essere il governo a fare questo tipo di scelte, non il sindaco di un comune, o adirittura qualche associazione civica ...

Resta il fatto che il consumo energetico italiano è cresciuto ogni anno (forse solo la crisi l'ha fermato). Da qualche parte bisogna pure produrli questi kW che usiamo ogni giorno...

Andrea Sacchini ha detto...

Per quanto riguardo la democrazia, penso debba essere il governo a fare questo tipo di scelte, non il sindaco di un comune

Che debba essere il governo, può darsi. Ma anche quest'ultimo, se è vero che siamo in democrazia, non può prescindere da ciò che decide il popolo. E in questo senso mi pare che tale volontà sia piuttosto chiara.

Da qualche parte bisogna pure produrli questi kW che usiamo ogni giorno...

Certo, ma lo stesso problema penso ce l'abbiano anche gli americani, i quali, però, hanno deciso di abbandonare il nucleare in favore delle rinnovabili. Forse un motivo c'è. E' vero che "questi Kw che usiamo ogni giorno" da qualche parte dobbiamo trovarli, ma come si può fare affidamento sul nucleare quando (a) l'uranio è, al pari del petrolio, prossimo all'esaurimento; (b) non esiste ancora nessuna garanzia di sicurezza assoluta per questi impianti; (c) nessuno del governo sa ancora come risolvere il problema delle scorie radioattive.

Consiglio la lettura di questa interessante intervista di Rubbia, che forse, a differenza dei politici, parla con maggior cognizione di causa.

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