martedì 16 giugno 2009

Se Ahmadinejad ha vinto, perché tutto questo casino?

Premetto che Ahmadinejad, da sempre, non è che mi stia molto simpatico. Non condivido il suo integralismo, le sue idee negazioniste sull'olocausto, le sue forsennate crociate contro i gay. E, naturalmente, non condivido la censura di giornali e web di questi giorni e la repressione dell'opposizione che non si riconosce nel risultato di queste elezioni, che ricorda, per metodi e modalità, altre repressioni di ben altre dittature.

Tuttavia non posso fare a meno di notare che, se i risultati elettorali riportati dalla stampa sono veritieri, Ahmadinejad ha ottenuto il 66 e passa percento dei voti in un paese in cui si è recato a votare quasi il 90% degli aventi diritto.

Ora l'opposizione democratica parla di brogli. Certo, può darsi, ma a parte il fatto che questi brogli, se mai ci sono stati, sono tutti da dimostrare, è mai possibile che siano stati tali da determinare uno scarto percentuale di oltre 30 punti? A me, sinceramente, pare difficile. Quindi, se le cose stanno così, non ci sono storie: Ahmadinejad ha vinto le elezioni. Pure a me dispiace, ma l'opposizione che si definisce democratica, se è veramente tale, dovrebbe semplicemente prenderne atto.

6 commenti:

adriano ha detto...

perché probabilmente non ha vinto.

http://www.time.com/time/specials/packages/article/0,28804,1904645_1904644,00.html

Andrea Sacchini ha detto...

Hai detto bene: "probabilmente". Lo sapremo con certezza quando sarà terminato il probabile riconteggio dei voti nelle sezioni contestate.

lucy ha detto...

in effetti dei brogli di questo livello sono molto strani a meno che non abbiano votato più volte le stesse persone. Una cosa simile accadde tempo fa in Iraq se non erro.
In ogni caso io diffido molto da queste libere elezioni in Paesi come l'Iran.
Innanzitutto bisogna considerare le intimidazioni, i vari controlli polizieschi, e magari anche la poca garanzia sul fatto che il voto sia veramente segreto.
e poi la propaganda stessa che fa sempre un certo effetto su gran parte della popolazione.
Anche se tali elezioni fossero regolari ciò non toglie che il popolo ha scelto male.
e del resto anche Hitler fu eletto con libere e democratiche elezioni.
Non mi ricordo dove l'ho letto ma la democrazia può essere un serio ostacolo alla democrazia stessa quando viene esercitata male dal popolo. scusa il gioco di parole ma quando non esiste una coscienza civica e democratica in un Paese come l'Iran, il potere del popolo si rivela allo stesso livello del regime dispotico se non peggio.

la democrazia per questi Paesi è solo il meno peggio dei regimi, ma rimane sempre un regime.

Anonimo ha detto...

Anche se i dati fossero confermati bisogna ricordare che con quel regime là il voto avviene con un fucile che ti aspetta all'uscita dal seggio. Posso essere definite democratiche elezioni nelle quali il voto è estorto con la violenza? E poi: vorrei vedere come sono stati regolamentati gli spazi pubblicitari dedicati al dittatore e all'opposizione.

Andrea Sacchini ha detto...

>la democrazia per questi Paesi è solo il meno peggio dei regimi, ma rimane sempre un regime

Sì, può essere sicuramente. Io però guardo sempre con un certo sospetto questi giudizi che in genere noi occidentali diamo da fuori. Anche perché, spesso, queste critiche vengono fatte magari non conoscendo neppure a fondo la situazione.

E il mio pensiero va inevitabilmente a quanto successo in Iraq. Un sondaggio condotto tra gli iraqeni a fine 2006, riportato qui dal Washingtonpost, ha dimostrato ad esempio che oltre il 75% degli intervistati ha dichiarato che si stava meglio sotto Saddam piuttosto che sotto l'occupazione americana fatta per riportare la "democrazia", e la stessa percentuale di intervistati non vede l'ora che i marines si tolgano dai piedi.

Lo so, l'esempio forse non è molto calzante, ma mi pare significativo, specie quando diamo un po' troppo liberamente giudizi sulle forme di governo di paesi esteri.

Massimo Fini, che di questi argomenti è piuttosto esperto, avendoci scritto parecchi libri, ha pubblicato su Il Resto del Carlino di qualche giorno fa un interessante articolo, che purtroppo non sono riuscito a ritrovare online a parte alcune citazioni. Ve ne riporto qui sotto uno stralcio.

Il giornalista Massimo Fini sostiene che l’Occidente ha una “percezione completamente distorta dell’Iran, lo considera un residuo del Medioevo”. Nella Repubblica teocratica, a detta dell’intellettuale italiano, si può abortire fino al 45° giorno, esiste il divorzio, la prostituzione è legale, il numero dei laureati è superiore al nostro, le donne votano e, benchè portino il velo, possono accedere a tutti i mestieri. Massimo Fini attesta che Ahmadinejad ha vinto perché rapprensenta i due terzi della popolazione iraniana, “quella più povera, più disagiata anche se non necessariamente la più incolta, mentre Mussavi simbolizza i ricchi che strizzano l’occhio all’Occidente”. Quasi a sostenere che l’Occidente propugnerebbe un ritorno all’Iran dello Scià, dove una sottilissima fetta di borghesia, il 2%, “faceva una vita da nababbi e il resto della popolazione pativa la fame”.

Ora, per carità, io ne so quanto voi; mi limito solo a riportare quello che trovo in giro, però queste cose un po' mi danno da pensare.

Anonimo ha detto...

E' di oggi la notizia che hanno votato tre milioni di elettori... in più...

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