venerdì 6 marzo 2009

Robots

La signora a sinistra probabilmente l'avrete riconosciuta (è il cancelliere tedesco Angela Merkel), mentre il "tipo" a cui sta stringendo la mano è "Bruno". I due si sono incontrati il 20 novembre scorso a Darmstad, in Germania, in occasione del terzo summit nazionale sull'Information Technology. L'immagine fa parte di una galleria molto bella pubblicata da The Big Picture (sito di cui consiglio vivamente l'iscrizione al feed), che raccoglie appunto una serie di immagini che ritraggono personaggi più o meno famosi alle prese con questi bizzarri personaggi meccanico/elettronici. L'impiego della robotica nella produzione industriale e in molti altri campi dell'attività umana è in costante crescita. I robot vengono utilizzati ormai in quasi tutti i settori: chirurgia, medicina, sicurezza, vita domestica, esplorazioni spaziali, intrattenimento, industria. E anche noi - almeno per una volta - non stiamo a guardare. Una ricerca condotta dall'UNECE, risalente al 2004 (la più recente che ho trovato), ha evidenziato che l'Italia era all'epoca addirittura il secondo paese al mondo per impiego e diffusione di queste tecnologie. Diffusione che non pare affievolirsi. Ma quando si parla di robot, lo sapete sicuramente bene anche voi, non si intende solo nell'ambito delle applicazioni nell'industria o nella medicina. Spesso (e volentieri, perché no?) viene subito alla memoria tutto quello che la letteratura, la fantascienza e il cinema hanno costruito attorno a questo tema. Lasciando perdere i vari Terminator e Corto Circuito (nell'immagine qui a fianco Numero 5, il protagonista), penso ai romanzi di Isaac Asimov (ricordate Io, robot?), oppure, per tornare a tempi più recenti, al detective Spooner (Will Smith) dell'omonimo film del 2004 o al recente Wall-E della Walt Disney. Il tema che si richiama a presunte forme di sopravvenuta autocoscienza, che a sua volta sarebbe alla base di altrettanto presunti complotti delle macchine ai nostri danni, non è certo cosa di questi giorni. Ricordo con particolare nostalgia un racconto di Stephen King - di cui come sapete sono un noto cultore - che lessi parecchi anni fa. Si chiamava Camion ed era inserito nella celeberrima raccolta di novelle intitoltata A Volte Ritornano. Narrava la storia di un gruppo di persone intrappolate in un ristorante lungo un'autostrada americana, e minacciate dai camion e dalle macchine che in seguito a una forza sconosciuta avevano cominciato a vivere di vita propria e a uccidere le persone. Alla fine i camion riescono a distruggere il ristorante e i pochi sopravvissuti vengono obbligati, in una sorta di ciclo perpetuo, a rifornire di carburante le macchine per potere continuare a funzionare. Da questo racconto, ricordo, è stato tratto anche un bellissimo film intitolato Maximum Overdrive (locandina qui a fianco), uscito nel 1986 e diretto dallo stesso Stephen King. Qui, però, ci siamo già spostati più verso il gotico che la robotica vera e propria. Insomma, il cinema e la letteratura hanno attinto a piene mani nel corso dei decenni al fascino dei robot e delle macchine, immaginando scenari apocalittici di ogni sorta. Scenari spettacolari ma finti, che a volte ci fanno dimenticare i reali progressi fatti dall'umanità grazie all'utilizzo di queste tecnologie; che non sono cattive o subdole come ce le presentano nei film, ma che magari questa sera ci faranno guardare in modo un po' più sospettoso il nostro frullatore.

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