mercoledì 11 marzo 2009

Obama chiude il sito di stoccaggio scorie nucleari di Yucca Mountain

Obama non se ne sta con le mani in mano, questo ormai è assodato. In concomitanza infatti con la burrasca provocata dal provvedimento di pochi giorni fa, tramite cui ha sbloccato i fondi per la ricerca scientifica sulle cellule staminali, un'altra decisione storica è stata presa in questi giorni dal neoeletto presidente: la chiusura del sito di stoccaggio di scorie nucleari di Yucca Mountain.



Molto brevemente, Yucca Mountain è una zona del deserto del Nevada - si trova a circa 160 km da Las Vegas (la vedete qui sopra) - che una ventina d'anni fa è stata scelta dal Congresso americano come sito di stoccaggio e immagazzinamento di buona parte delle scorie nucleari generate dalle centrali USA. Si tratta sostanzialmente di una serie di cunicoli sotterranei sigillati che avrebbero dovuto rappresentare la destinazione finale di circa 70.000 tonnellate di rifiuti radioattivi.

Adesso si è scoperto (in realtà si sapeva da tempo) che il sito non solo non è adatto a ricevere e a conservare tali scorie - tra l'altro gli studi che avrebbero dovuto dimostrarne la sicurezza sono stati spesso al centro di scandali -, ma non è neppure sicuro in quanto pare che non esista modo di fermare le infiltrazioni d'acqua, che rappresentano il pericolo maggiore per quanto riguarda la sicurezza di tutto il progetto. Progetto costato finora 7,7 miliardi di $ (contro i 6 preventivati) che muore quindi qui. Obama ha detto stop.

La notizia, che ha trovato ampia visibilità all'estero (qui ad esempio il Washington Post), da noi è stata praticamente ignorata. Probabilmente i media hanno pensato che non sarebbe stato carino dare visibilità alla cosa in un momento in cui il nostro governo ha deciso che il nucleare rappresenterà la soluzione di tutti i nostri problemi preannunciando l'imminente costruzione di 4 centrali nucleari.

Questo perché, parlandone, inevitabilmente il discorso sarebbe caduto sul problema scorie. E in questo senso la domanda finale che il Washington Post ha inserito nel titolo dell'articolo in cui ne parla è emblematico: "Now what"? Una domanda che riassume in sé tutte quelle già note, e tuttora senza risposta, su cosa fare di queste benedette scorie nucleari. Perché è evidente che se neppure a Yucca Mountain (immagine qui a fianco), nel deserto del Nevada, sotto migliaia di tonnellate di roccia sono al sicuro, chi può avere la soluzione a questo problema?

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