lunedì 16 febbraio 2009

Sicurezza, quando i nodi e le chiacchiere vengono al pettine

Ci risiamo. Anche il weekend appena passato, come da copione ormai visto e rivisto, è stato funestato da un serie di episodi a base di violenze sessuali e stupri. In particolare la cronaca ci segnala due diversi fatti accaduti a Bologna e a Roma. E, immancabilmente, è partita la solita triste sequela, già vista e rivista, di inutili e sterili polemiche. Già ieri, in vari dibattiti e salotti televisivi della domenica mattina, la questione teneva banco, tra luci e telecamere, sostenuta da un variegato campionario di personaggi più o meno improbabili.

Non ho particolari commenti da fare, perlomeno niente che possa portare qualcosa di nuovo rispetto a ciò che è già stato detto e ridetto. E di cose dette, come al solito, ce ne sono state molte: Alemanno a Roma se la prende coi giudici troppo permissivi (che invece nell'episodio specifico non c'entrano niente), si torna a parlare dei guai provocati dalla ormai incontrollabile immigrazione clandestina, qualcuno ritorna a chiedere la castrazione chimica, insomma ognuno sembra avere la sua ricetta.

A mio giudizio, invece, il vero problema che attanaglia il nostro paese è uno solo: le chiacchiere. Siamo un popolo che è governato da una classe politica che ha una particolare attitudine ed è attaccatissima ai proclami e agli slogan ma che è totalmente incapace di "fare". Gli ultimi due episodi che citavo sopra sono di questo l'ennesima conferma. Salotti, dichiarazioni, politici che promettono, Bruno Vespa che fa i plastici a Porta a Porta, anche questa una delle tante trasmissioni zerbino che sono solo una passerella in cui far sfilare parlamentari in cerca di quei consensi che ormai non hanno più.

I delinquenti, invece, a differenza dei politici fanno poche chiacchiere e vanno al sodo. Loro delinquono e gli altri chiacchierano. Non vorrei sembrare troppo polemico, ma va ricordato che Alemanno è entrato in Campidoglio - cavalcando anche in maniera molto abile la vicenda avvenuta pochi mesi prima dell'omicidio Reggiani - incentrando quasi totalmente la sua campagna elettorale sulla sicurezza. Tanto è vero che appena eletto le sue prime parole sono state: (il neretto è mio)

«Volete sapere come sarà la mia Roma? Sarà una città più sicura, più partecipata, con più rispetto per i cittadini. Sarà una città con più sviluppo, con più socialità e tutele per i diritti di tutti. E sarà una grande capitale europea e mediterranea. I miei primi tre impegni sono questi: più sicurezza, lavoro e socialità»

Ora, non voglio dire che Alemanno da quasi un anno a questa parte se ne sia stato con le mani in mano, per carità, ma è sotto gli occhi di tutti che a Roma la questione sicurezza è ben lungi ancora dall'essere risolta. Per rendersene conto basta leggere i fatti di cronaca nera verificatisi anche solo da capodanno in qua.

Il tempo delle chiacchere è abbondantemente terminato, adesso occorrono i fatti e i risultati. I politici non devono andare a Porta a Porta o a Ballarò a raccontare balle, ma devono stare in parlamento a fare delle leggi che dicono che se un delinquente viene sbattuto in galera ci deve restare, non uscire per tre volte di fila - come nel caso di Bologna - per continuare a fare quello che faceva prima. Un problema che non si risolve con le ronde padane. Se io fossi un poliziotto mi sentirei umiliato ad avere fra i piedi questi gruppi di incompetenti con camicia verde e fazzoletto, senza nessun organigramma e totalmente all'oscuro delle basilari regole su come si gestisce la lotta alla criminalità. Se lo stato vuole veramente combattere il crimine dia più risorse alle forze dell'ordine, invece di toglierle ad ogni benedetta finanziaria. Gli dia più uomini, più mezzi, più macchine: i soldi spesi per i militari e le ronde padane li impieghi piuttosto per avere più volanti, più agenti, più Carabinieri, più presenza qualificata specialmente nelle periferie. Non barzellette.

E, oltre a questo, legiferi nel senso della certezza della pena. Basta indulti, basta sconti, basta leggi (come quella in discussione in questi giorni) che sostanzialmente mirano a depotenziare le possibilità di perseguire i delinquenti. Anche perché, com'è ormai ampiamente dimostrato, i nodi e le chiacchiere prima o poi vengono al pettine.

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