lunedì 3 novembre 2008

Google Street View, come la mettiamo con la privacy?

Il 25 maggio dello scorso anno Google ha arricchito la sua già corposa offerta di web-servizi con Google Street View, una sorta di gigantesco occhio vagante che, integrandosi nel già noto Google Maps, consente la visione tridimensionale a livello di strada di molte aree metropolitane. Il servizio inizialmente poteva essere utilizzato solo all'interno di alcune grandi città americane (New York, San Francisco, Denver, Miami e Las Vegas). Poi si è allargato a quasi tutte le più grandi città del pianeta.

Da qualche giorno - probabilmente qualcuno di voi ne sarà già al corrente - questa sorta di grande fratello guardone è sbarcato anche da noi, anche se (per ora) limitato a tre sole zone: Milano, Firenze, Roma e il Lago di Como. La sua utilizzazione è piuttosto semplice: qui trovate l'home page, mentre questa qui sotto è una cattura tratta della prima schermata che appare. Le zone per ora raggiunte dal servizio sono rappresentate dal simbolo della macchina fotografica.


Cliccando su ognuna delle icone e allargando lo zoom, come da suggerimento del software stesso, ecco che si entra all'interno della mappa della città selezionata. A questo punto è sufficiente muovere la piccola icona dalle sembianze umane nella direzione voluta, ed ecco che è possibile muoversi all'interno della città proprio come se si stesse camminando per le vie.

Tutto bello quindi? Apparentemente sì; è possibile andare in Piazza San Pietro, al Colosseo, passeggiare per via Montenapoleone a Milano e via di seguito. Ma, come in tutte le cose, c'è un ma: come la mettiamo con la privacy? Guardate queste due immagini.



La prima delle due l'ho catturatta "passeggiando" sul Ponte Vecchio, a Firenze, mentre la seconda in Piazza Castello a Milano. In entrambe sono riconoscibilissime le sagome delle persone, i mezzi utilizzati e molti altri particolari. Perfino i visi dei soggetti e i numeri di targa dei loro mezzi sarebbero perfettamente riconoscibili se non fossero offuscati. E qui viene il bello, perché l'offuscamento non l'ho fatto io modificando le immagini, ma è il risultato di un algoritmo introdotto da Google proprio per questo scopo.

La misura si è resa necessaria in quanto, com'era del resto facilmente prevedibile, le proteste fin dall'inizio non sono mancate, anche da parte di molte associazioni per i diritti civili. Non solo per la messa in piazza "virtuale" di persone e di numeri di targa, ma anche perché può risultare parecchio fastidioso imbattersi in uno dei mezzi con cui Google sta fotografando e mappando ogni angolo delle nostre città (qui sotto vedete una delle suddette macchine alle prese con un poliziotto in quel di San Francisco).

(fonte immagine: punto-informatico.it)

Capite anche voi che imbattersi in uno di questi mezzi mentre magari si sta tranquillamente passeggiando per le vie della città, cosa che prossimamente potrebbe capitare con elevati margini di probabilità, potrebbe essere anche un tantino inquietante.

Anche perché, se è vero che comunque vengono resi irriconoscibili i dettagli di cui sopra, tutto il resto risulta liberamente visualizzabile, compresi i minimi particolari. Tanto per fare un esempio, .mau., sul suo blog, ha messo qualche giorno fa l'immagine di una sua finestra di casa catturata proprio da Street View. E' vero che l'acquisizione degli scatti è perfettamente legale in quanto si tratta di immagini catturate per strada, non in tempo reale e delle quali è possibile in ogni momento chiedere la rimozione attraverso l'apposito modulo presente sul sito di Google, ma qualche perplessità a me (ed evidentemente non solo a me) rimane comunque.

5 commenti:

andynaz ha detto...

secondo me tutta questa storia è stata ingigantita da tanta , ma tanta paranoia. le immagini sono "vecchie" e (da quello che so) neanche riportano la data; considerando poi che sono "panorami", ovvero scene che potrei vedere anche ad occhio nudo passeggiando per le città, non vedo proprio quale sia il problema... secondo me la privacy la puoi pretendere per strada fino ad un certo punto...

Andrea Sacchini ha detto...

Non so, io la vedo in modo un tantino diverso. E' vero, le immagini non sono in tempo reale, ma ciò non toglie che il fatto che chiunque possa essere inconsapevolmente ripreso e sbattuto in rete possa creare qualche perplessità.

E' anche vero che la questione privacy in strada può essere interpretata in maniera più 'elastica', se così si può dire. Ma ti faccio una piccola domanda: metti che tu stia tranquillamente passeggiando in strada e arrivi uno che non conosci che ti si mette davanti con una macchina fotografica; che fai, resti indifferente? Io come minimo gli chiedo cosa sta facendo.

Google in questo senso è peggio, perché non solo ti scatta una foto, ma addirittura la dà potenzialmente in pasto al mondo intero. E penso che se queste persone sapessero di essere finite in rete forse qualcosa di ridire ce l'avrebbero anche loro.

andynaz ha detto...

se inizia a scattarmi foto ovviamente gli chiedo che sta facendo. questo perché il suo obbiettivo sono proprio io, e non, per esempio, il paesaggio (con me finito lì per caso)...
se vedo un turista che fotografa via dei fori imperiali, e penso che nella sua foto posso esserci finito anche io, è altrettanto ovvio che nn gli chiedo di di farmi vedere la foto e in caso di oscurare il mio volto o di rifarla...

le persone nel link alla fin fine nn si possono lamentare, visto che stanno sulla pubblica via... al massimo possono chiedere tempestivamente a Google di togliere immagini legittime ma imbarazzanti...
cmq la responsabilità rimane loro: se ti vergogni di qualcosa non farla in pubblico.

diverso magari è quello che è successo in Giappone: lì hanno protestato perché le foto dei vialetti, anche se visibili dalla pubblica via, sono ritenuti spazi privati, ma quella è una questione di cultura, e lì sta a Google adattarsi per non perdere un mercato.

ammetto cmq che secondo me la cosa andrebbe regolamentata (ci sono eventi, che magari possono accadere nella pubblica via, che sono fuori dal nostro controllo o dalla nostra volontà, come ad esempio se mi sento male e cado per terra), ma la maggior parte delle preoccupazioni secondo me sono assurde...

ps: cmq nel link che hai masso manca quella del tipo che si metteva le dota nel naso; mi ricordo di averla vista su PI :D

Andrea Sacchini ha detto...

> cmq nel link che hai masso manca quella del tipo che si metteva le dota nel naso;

Il link è in questo articolo di Attivissimo, ma non riesco a visualizzarlo.

Boh?

Andrea Sacchini ha detto...

Ops, pardon, il link che funziona è questo.

20.000 euro

Mi fa un certo effetto questa immagine di Luciano Canfora mentre esce dal tribunale, un po' piegato sotto il peso dei suoi 8...