sabato 11 ottobre 2008

In tv tira aria di crisi?

Tramite questo post, pubblicato da Romina sul suo blog qualche giorno fa, sono arrivato a questo articolo pubblicato da La Stampa. Il titolo è eloquente: "La tv del nostro scontento", un'analisi impietosa che tenta di spiegare i motivi dell'emorragia di spettatori dal piccolo schermo. Non che ci sia da scervellarsi per capire i motivi di questa fuga di massa, si intende, basta riuscire a resistere un'oretta alla sera davanti alla tv per rendersene conto.

La tv perde pubblico. Niente più ascolti plebiscitari, un bacino di utenza in calo costante, una prima serata inguardabile. Non soltanto sulle reti generaliste: anche le tv a pagamento inzeppano di spot e si ripetono senza sosta, complici la modularietà tipica del palinsesto tematico e, per i telefilm, lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood. Delle parole di Fiorello ["Basta con la tv sempre uguale!", ndr] si sono stupiti soltanto coloro che non guardano mai la tv. Gli altri, tutti i Tipografi di Trino e le Casalinghe di Voghera d’Italia hanno finalmente trovato conferma al loro tormentone: alla tele non c’è più niente da vedere. Per trovare qualcosa dove non si gridi, non si guardi dal buco della serratura o non si reciti male, bisogna sopportare tre ore di réclame.

Il discorso qui è ovviamente generalizzato e riferito alla televisione nel suo insieme. Ma c'è - entrando un po' più nello specifico - una conferma di quanto sta accadendo piuttosto interessante e significativa: la crisi di Canale 5, la rete ammiraglia Mediaset. Una crisi di ascolti, anche qui generalizzata, che coinvolge quasi tutte le principali trasmissioni programmate sul canale di punta Mediaset. A tal proposito riporto un estratto di un articolo piuttosto eloquente pubblicato su cinetv.com:

Andiamo con ordine: cambia la domenica. Non ci sarà più il film Vacanze di Natale 2000, annunciato settimana scorsa al posto de Il ballo delle debuttanti e nemmeno Terra!, programma bistrattato a cui bisognerà trovare una nuova collocazione: al loro posto sarà trasmesso VIP, anticipato da Martedì alla domenica per evitare lo scontro con il programma della Clerici (vero e proprio spauracchio) e Il Maurizio Costanzo Show, per evitare di sovrapporsi con La Talpa 3. Lunedì è stato confermato Zelig, che è in crisi (battuto dalla fiction di Raiuno, ha rischiato il pareggio con L’isola dei famosi), mentre martedì andrà in onda il film in prima tv Ti odio, ti lascio, ti… con Jennifer Anniston e mercoledì, come già vi ho anticipato all’inizio, Anna e i cinque. Giovedì rimane la sera di Distretto di Polizia 8 che, seppur perda ogni volta con Provaci ancora prof 3, non delude le aspettative. Venerdì si spera che il ritorno di Paperissima regali un po’ di soddisfazioni, ma battere I migliori anni è veramente dura. Sabato rimane ad appannaggio di C’è posta per te, l’unico programma che non risente della crisi.
Se a questi annunci aggiungiamo la chiusura di Pomeriggio Cinque, a novembre, a causa dei bassi ascolti (14% di share, contro il 24% de La vita in diretta), Il milionario che continua a perdere contro L’eredità e la battuta d’arresto di Amici di Maria De Filippi nel pomeriggio domenicale contro L’arena di Massimo Giletti, possiamo veramente parlare, possiamo parlare di una caporetto per la rete ammiraglia Mediaset. (fonte)

Premesso che di tutte le trasmissioni elencate nell'articolo non ne conosco neppure una, se non per sentito dire, trovo che sia comunque rincuorante questa cosa. Un trend che fa ben sperare in un lento ma progressivo risveglio e "ritorno alla vita" della gente. Una specie di presa di coscienza che la televisione ha finito un ciclo, è alla frutta, non ha più niente da dire (ne ha mai avuto?) né da dare (idem).

Un ciclo che sta terminando per mano esclusiva di sé stessa, ormai incapace di proporre qualcosa di innovativo, incapace di rischiare, di andare controcorrente. E la gente piano piano comincia ad accorgersene, a svegliarsi, a rompersi le scatole di pubblicità (anche dove si paga il canone), spot, televendite cretine fatte da imbonitori della peggior risma, trasmissioni piene di luccichii e pailettes ma irrimediabilmente vuote, che non trasmettono niente. Una televisione che nell'ultimo ventennio ha avuto un ruolo principe nella corsa all'anestetizzazione di massa delle coscienze e nell'uccisione sul nascere dello scopo principe per cui è stata creata: informare, non solo intrattenere.

Ma come può svolgere al meglio un ruolo così delicato e importante - quale è quello di informare correttamente - una televisione che nella sua versione privata è in mano a uno che è anche Presidente del Consiglio mentre nella sua versione pubblica da decenni viene politicamente lottizzata a seconda di chi governa? Semplice: non può. Ecco il motivo per cui continua, escluse poche eccezione, a riempirci di telegiornali che raccontano balle e di trasmissioni condotte da presentatori scendiletto.

Beh, forse la festa sta per finire.

4 commenti:

Michele de Cerbo ha detto...

ciao andr....

io ahimè... li conosco tutti... la sera sono stanco mi piazzo sul divano e quando le mie facoltà scendono sotto un certo limite il telecomando diventa proprietà di Elisa, mia moglie... e così un pò uno e un pò l'altro li vedo e (seppur sonnecchiando...altre volte ronfando pesantemente per fortuna...) un'idea me la faccio, che dopotutto è quasi sempre la stessa... salvo sfumature.... UNA NOIA ABISSALE Difficilmente sento la battuta arguta, la situazione originale... e tutto ri-ri-ri-trito.... e come se i concetti base si fossero fermati ai tempi di Noschese e del quartetto Cetra... sono cambiati i contorni, le scenografie, le situazioni ed, ovviamente i personaggi, ma il succo, l'essenza è sempre la stessa. Chiarito questo concetto, quello che veramente stupisce è che sia stata sufficiente la sola apparenza, fatta di tecnologia, colori, sfavillanze varie, a far sopravvivere tutto il carrozzone fino ad oggi.

Ovvio qualcosa si salva, Gli Angela (padre e figlio) fanno cose gradevoli, Matrix (quando Mentana dimentica chi lo paga) a volte è simpatico, [nuclearizzate Vojager e il suo conduttore.... vi prego....(parentesi veloce!!!!!)].
Non tutto è da buttare, ma a quanto pare il vero segnale, per quanto tardivo, sta finalmente arrivando. Il pubblico se ne va, spero che cerchi altri svaghi, sogno... che sia un'avvio spontaneo verso una 'riculturizzazione' di massa nettata dall'invadente influsso mediatico tipico del ventennio 80-90....

ciao Michele

Anonimo ha detto...

Ciao,
sono Diego, l'autore dell'articolo che hai citato.
Prima di tutto volevo ringraziarti per l'attenta analisi che hai fatto sulle mie parole, poi volevo fare un'osservazione.
In Italia, l'evento più seguito come la finale di un mondiale di calcio è visto da 20-25 milioni di spettatori. In quel caso le altre televisioni raccolgono le briciole. Ciò vuol dire che un italiano su 2 non guarda la televisione. Premesso che non credo molto all'auditel, una trasmissione come Striscia la notizia fa dai 7 ai 9 milioni di spettatori durante la settimana e continua a farli. E' vero, le altre trasmissioni di Canale 5 momentaneamente sono snobbate, ma temo che non sia finita un'era per la televisione vecchia, ma anzi, sia cominciata: sabato vince C'è posta per te, vecchio di 8 anni se non sbaglio, che ha copiato spudoratamente Carramba; Martedì Tutti pazzi per la tele una trasmissione sulla tv del passato; Mercoledì Carramba che fortuna; Venerdì i migliori anni, sfida tra la musica di diversi decenni tipo anni 60 contro anni 80. La gente in periodo di incertezza si lega al passato e all'amarcord di quando stava bene e snobba le novità (anche le fiction della domenica e del lunedì di Raiuno sono dedicate a personaggi del passato). Certa televisione vivrà ancora a lungo e ho paura che canale 5 per rialzarsi seguirà la scia di Raiuno.

Quando la tv non sarà più vista io continuerò a scrivere di Web Tv (il futuro secondo me è lì), Serie Tv (non finiranno mai) e Cartoni animati. Capiterà mai?

P.S. Riguardo l'informazione hai completamente ragione.

Ciao!
Continua a seguirmi, se vuoi e se puoi, che menti pensanti fanno sempre bene ai blog!

Andrea Sacchini ha detto...

@ pazzatoio: Beh, non male la tua analisi. La tua situazione serale mi fa tornare in mente la mia prima che scoprissi il computer e internet: serate sul divano a cazzeggiare e a fare zapping.

Adesso la tv serve più che altro come soprammobile: io praticamente zero assoluto (la sera sono al pc a scrivere), e poco o niente sia alle mie figlie che a mia moglie.

Amen.

@ Diego Odiello: Ciao, lieto di fare la tua conoscenza, seppur "virtuale".

Che dire? Se è vero - come probabilmente lo è - che un italiano su due non guarda la tv, non so se ci sia da esserne contenti o no. Visto infatti il livello medio delle trasmissioni di prima serata, mi verrebbe da dire che forse quelli che la guardano sono ancora troppi.

Quando nel mio articolo parlavo di mancanza di coraggio da parte della tv mi riferivo proprio a questo: al continuare ostinatamente a proporre programmi il cui unico scopo è prendere a calci l'intelligenza (vedi i vari grandi fratelli e le varie isole). E non è vero, come si sente ripetere spesso, che la programmazione è questa perché il pubblico vuole questo. Balle.

Michele, nel commento sopra il tuo, citava Piero Angela. E' solo un esempio, ma comunque sintomatico del fatto incontrovertibile che alla gente interessa anche la tv che fa cultura, che informa. Basta non mettergliela dall'una di notte alle cinque di mattina.

Se un certo tipo di televisione venisse proposta più spesso, anche l'"educazione televisiva" dell'utente medio ne gioverebbe. Insomma, tanto per capirci, se la BBC inglese trasmette il lunedì sera in prima serata un documentario di due ore e mezza sugli elefanti e le tigri della Savana e lo seguono 13 milioni di persone (risultato che da noi si ottiene sì e no con una finale di calcio), un motivo ci sarà.

E invece no. A noi continuano a trattarci da idioti proponendo a spron battuto programmi demenziali, spesso addirittura spacciati per scientifici (vedi Voyager). E per di più col nostro canone. Insomma, se nel terzo millennio c'è ancora chi pensa che il Sole giri attorno alla Terra c'è qualcosa che non va o no? Non dico che sia colpa della tv, o almeno non solo, ma se continua a trasmettere pacchi e compagnia bella una qualche responsabilità ce l'ha anche lei.

Tu dici che "certa televisione vivrà ancora a lungo". Beh, non mi sembra una previsione rincuorante...

Ciao Diego, a risentirci, e grazie della visita. ;)

Romina ha detto...

Andrea@ E non è vero, come si sente ripetere spesso, che la programmazione è questa perché il pubblico vuole questo. Balle.

Sono pienamente d'accordo con te, e l'ho scritto spesso sul mio blog quando ho parlato di televisione, ma ammetto che questo concetto non ha mai avuto successo, perché prevale nei più l'idea che la tv offre al pubblico solo ciò che il pubblico chiede.

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