lunedì 23 giugno 2008

Le menzogne di Stato

La convulsa attività legislativa dell’attuale maggioranza ha una caratteristica particolare: ogni provvedimento emesso è preceduto e giustificato da bugie. Non è vero che esista un problema sicurezza pubblica: il numero dei reati commessi è in costante flessione. E tuttavia il problema sicurezza pubblica è percepito dai cittadini come un problema grave perché tutti i giorni, a pranzo, cena e colazione, televisioni di Stato e private (le 6 reti controllate dal Presidente del Consiglio) e giornali di partito spiegano che c’è un grave problema di sicurezza pubblica e avvalorano questa “denuncia” con minuziosi racconti di scippi, furticiattoli e qualche reato grave, morbosamente esibito. Se adottassero la stessa tignosa diligenza per raccontare le migliaia di corruzioni che vengono scoperte ogni giorno in Italia, le decine di migliaia di frodi fiscali che impoveriscono l’Italia di centinaia di milioni di euro, le decine di morti sul lavoro che insanguinano ogni giorno fabbriche e cantieri, i milioni di abusi edilizi che deturpano il Paese, gli inquinamenti, le frodi nei finanziamenti UE, insomma tutti quelli che per la classe dirigente italiana non sono reati degni di attenzione; ebbene, è certo che i cittadini italiani avrebbero del loro Paese una percezione diversa, assai più preoccupante del preteso problema sicurezza e certamente assai più realistica. Non è vero che sono gli extracomunitari o i rumeni che commettono il maggior numero dei reati: in realtà questa categoria di persone commette il maggior numero di piccoli reati, furti nei supermercati, nei cantieri, sugli autobus; le rapine, il traffico di droga, gli omicidi sono commessi in percentuale maggiore da italiani; e naturalmente i reati di cui non si deve parlare, quelli che è bene che non preoccupino l’opinione pubblica, quelli citati sopra, la corruzione, la frode fiscale, il falso in bilancio, gli infortuni sul lavoro, i reati ambientali ed edilizi, gli inquinamenti, quelli sono commessi soltanto da italiani.

Questa che avete appena letto è solo la prima parte di un articolo - anzi, meglio, di un post - pubblicato dal Procuratore Aggiunto della Repubblica di Torino, Bruno Tinti, sul blog in cui abitualmente scrive e che gestisce assieme ad altri magistrati.

Il post completo è piuttosto lungo, ma a mio avviso merita sicuramente che gli si dedichino una decina di minuti, perché spiega in modo chiaro, tra le altre cose, senza mezze parole e senza fronzoli, il ruolo che ha l'informazione in genere nel presentarci un paese in cui, apparentemente, la maggior parte dei reati vengono commessi da extracomunitari. E spiega altrettanto bene come la suddetta informazione dia un risalto ossessivo ad alcuni tipi di reati, legati principalmente alla microcriminalità, mentre eviti accuratamente di dare eguale risalto ad altri tipi di reati più "scomodi" (per loro) ma di eguale, se non maggiore, gravità e diffusione.

Il post completo, che condivido nella sua totalità, lo trovate qui. Aggiungo qui sotto una breve intervista - che lascia un po' l'amaro in bocca - rilasciata a RaiNews 24 dallo stesso procuratore Tinti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"la corruzione, la frode fiscale, il falso in bilancio, gli infortuni sul lavoro, i reati ambientali ed edilizi, gli inquinamenti, quelli sono commessi soltanto da italiani."

Scippi, rapine in villa, stupri, omicidi, reati che toccano direttamente il cittadino sono invece commessi dai chi?
Bah.

Andrea Sacchini ha detto...

Come aveva già avuto modo di sottolineare durante la web conference del 6 giugno scorso, Amato ha ribadito che “abbiamo assoluto bisogno di non fare un uso emotivo dei dati che porti all’identificare lo straniero con il criminale”. A un 5% di immigrati regolari in Italia è ascrivibile, infatti, un tasso del 5% di criminalità, con un rapporto tra le percentuali pari a quello rilevabile per i reati commessi da cittadini italiani.
[...]
...ha proseguito il ministro a proposito dell’aumento dei reati commessi nei confronti delle sole donne, come lesioni e maltrattamenti, il 62% dei quali commessi dal partner.
(fonte).

A proposito delle rapine, poi, aggiungo che non mi pare sia molto corretto identificarle solo con la rapina in banca o in appartamento. Le rapine "che toccano direttamente il cittadino", come dici tu, sono anche quelle - più subdole - commesse dalle banche (vedi Parmalat, Cirio e compagnia bella). Rapine - le une e le altre - che assieme ovviamente agli stupri, alle estorsioni, alle violenze sessuali, alla bancarotta, alla corruzione (mi fermo qui), il famoso decreto sicurezza (sicurezza per chi?) al varo in questi giorni sta tentando in tutti i modi di depenalizzare. E vuoi sapere perché? Perché stando a chi l'ha concepito e proposto, questo genere di reati non destano grave preoccupazione sociale in quanto punibili con una pena inferiore ai 10 anni.

Alla faccia...

Anonimo ha detto...

Veramente non vogliono depenalizzare i reati con una pena superiore a 10 anni vogliono semplicemente posticipare di un anno il processo per dar modo ai magistrati (lenti da morire, 5 anni per scrivere una sentenza a me da da pensare)di concentrarsi su casi più importanti, quindi, prima di utilizzare termini inappropriati e fuorvianti, informarsi.

Se gli immigrati sono il 5% della popolazione e commettono l'1% dei reati totali, io quando mi trovo di fronte ad un immigrato metto una mano al portafogli e l'altra sul calcio della Beretta. Che non si sa mai.

Anonimo ha detto...

http://www.fieri.it/ktml2/files/uploads/servizi/statistiche/statistiche%20italiane/criminalita/detenuti_regione.pdf

20.000 euro

Mi fa un certo effetto questa immagine di Luciano Canfora mentre esce dal tribunale, un po' piegato sotto il peso dei suoi 8...