venerdì 18 aprile 2008

Perché Ferrara, Lehner e Bobo Craxi sì e Orlando no? La risposta (così così) di Travaglio

Un lettore - ricorderete - mi segnalava, nei commenti a questo mio post di lunedì scorso, la strana omissione del nome di Leoluca Orlando dalla lista dei parlamentari condannati, o comunque con pendenze giudiziarie in corso, che stanno per fare il loro ingresso in parlamento. Della cosa non mi ero effettivamente accorto neppure io, tanto è vero che ho poi successivamente corretto l'articolo.

Effettivamente, dalla suddetta lista, compilata dai giornalisti Travaglio e Gomez e pubblicata da Beppe Grillo nel suo blog (qui in pdf), risulta estromesso Leoluca Orlando che correva per l'Italia dei Valori di Antonio di Pietro.



Leoluca Orlando, prima candidato, è stato poi eletto, come vedete dall'immagine qui sopra (fonte: italiadeivalori.com), alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Lazio1. Il problema è che sullo stesso Orlando, però, pende una condanna definitiva per diffamazione (fonti 1 e 2). Come mai quindi il suo nome non risulta nella lista, a differenza di altri condannati per lo stesso motivo come Ferrara, Lehner e Craxi?

La risposta la dà lo stesso Travaglio, rispondendo dal suo blog a un altro lettore che gli ha posto la medesima domanda. Eccola:

Rispondo a Massimiliano D'Ostilio e ad altri amici che mi domandano che differenza c'è fra il reato d'opinione di Leoluca Orlando e quelli di Lehner, Bobo Craxi e Giuliano Ferrara.

Secondo me, c'è una bella differenza. I nostri padri costituenti hanno previsto l'immunità parlamentare per proteggere i politici di opposizione che incappano nel codice penale per le loro denunce politiche o le loro azioni politiche un po' troppo accese: comizi, blocchi stradali, occupazioni delle terre, scioperi, picchettaggi e così via. Orlando, quando a Palermo era il solo politico a denunciare le collusioni mafiose, denunciò alcuni politici per collusioni mafiose. Era una denuncia politica, non c'erano le prove per condannare penalmente i personaggi in questione, e fu condannato lui (senza immunità: non era parlamentare). Esattamente come il direttore del Corriere Cavallari, che negli anni 80 diede del ladro a Craxi (fu tra i pochi, insieme a Montanelli e a Grillo) e fu condannato per diffamazione: quando saltarono fuori le prove che Craxi rubava, Cavallari era morto da tempo. Questi, secondo me, sono i reati di opinione.

Diffamare Borrelli, come ha fatto Bobo Craxi, inventandosi che fosse stato raccomandato dai socialisti e da Pillitteri, non significa esprimere un'opinione politica, magari un po' eccessiva: significa inventarsi una balla di sana pianta per infangare una delle persone più perbene che abbiano vestito la toga. Scrivere libri, come ha fatto Lehner, per accusare il pool di Milano di aver compiuto un colpo di Stato per spodestare il Cavaliere ("Attentato a organo costituzionale", cioè a Berlusconi, ah ah), inventando fatti mai accaduti, non è un'opinione: è killeraggio. Lo stesso killeraggio che, su commissione della famiglia Berlusconi, fa Ferrara da anni, inventando tangenti mai esistite a Di Pietro e manipolando addirittura la sentenza Andreotti per affermare che è stato assolto in quanto innocente (mentre è stato prescritto per il reato commesso di mafia fino al 1980 in quanto colpevole). Spero di essermi spiegato. (fonte)

Ora, ammettiamo che le ragioni esposte da Travaglio siano condivisibili, come in parte effettivamente sono, almeno secondo me. La forma sicuramente no. E' una questione di chiarezza. A mio modesto parere una precisazione di questo tipo non andava pubblicata in un angolino del proprio blog e per giunta dietro richiesta di un lettore, ma ad essa andava data la stessa visibilità dedicata alla lista, magari inserendo un asterisco o un rimando accanto allo "0" posto di fianco al nome dell'IdV.

Diversamente si chiama generalizzare, e le generalizzazioni sono a mio avviso sempre da evitare. Specialmente da parte di chi, ritagliatosi uno spazio importante nel giornalismo italiano per quanto riguarda la cronaca giudiziaria e i rapporti mafia/politica (con elevato numero di querele al seguito), da sempre si dice sostenitore di una libera e corretta informazione.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, e' una risposta molto discutibile. Travaglio non puo' fare informazione parziale e omettere condannati dalla lista solo perche' amici suoi.

Il nome di Orlando andava messo in lista, spiegando il tipo di reato come per tutti gli altri. Poi sta ai lettori giudicare se e' stato condannato ingiustamente oppure no.

Anonimo ha detto...

Si, e' una risposta molto discutibile. Travaglio non puo' fare
informazione parziale e omettere condannati dalla lista


Sono anch'io d'accordo, anche se nella sostanza Travaglio ha ragione ed avrebbe fatto meglio a precisare in anticipo questo particolare. Resta il fatto che, forse caso unico in Europa, nel nostro parlamento siedono mogli, amanti, amici degli amici, amici della criminalita' organizzata, corruttori di giudici, etc che dovrebbero prendere decisioni per il nostro bene. Ah ah ah.
E pensare che in Svezia ci si dimette per aver dimenticato di pagare il canone della tv di stato ...

Andrea Sacchini ha detto...

> Travaglio non puo' fare informazione parziale e omettere condannati dalla lista solo perche' amici suoi.

Concordo, anche se non si può certo dire - a parte, forse, il caso specifico - che Travaglio faccia informazione "parziale".

> nel nostro parlamento siedono mogli, amanti, amici degli amici, amici della criminalita' organizzata, corruttori di giudici, etc

Senti, cerca di non ricordarmelo, per piacere... :-)

Anonimo ha detto...

Gaetano, nella sostanza Travaglio ha ragione. Ma non può essere lui a decidere per tutti che quella per cui è stato condannato Orlando è "legittima opinione nell'ambito della sua attività politica" mentre gente come Lehner (che ha insultato l'Unità) "mente sapendo di mentire".

non si può certo dire - a parte, forse, il caso specifico - che Travaglio faccia informazione "parziale".

Il caso specifico è l'unico su cui abbiamo vigilato. Ma alimenta il dubbio che se si è comportato così stavolta (in pieno periodo pre-elettorale), chissà che non lo faccia sempre. Quanti di noi si sono presi la briga di verificare quello che scrive?

Andrea Sacchini ha detto...

> Quanti di noi si sono presi la briga di verificare quello che scrive?

Io ho letto molte cose di Travaglio (tra cui, recentemente, il suo ultimo libro), ma ovviamente non è che possa mettermi a verificare tutto ciò che scrive.

Ti posso solo dire che dal mio punto di vista mi sembra che sia estremamente documentato su ciò che scrive, come si evince ad esempio leggendo il libro che menzionavo. E questo gli ha consentito, nonostante sia probabilmente il giornalista più querelato d'Italia, di venire quasi sempre assolto dalle accuse rivoltegli (celebre quella intentata ad esempio da Berlusconi nel 2005).

E, allo stato attuale, non mi pare risultino a suo carico condanne penali definitive per diffamazione.

Insomma, a mio modesto parere, l'informazione in Italia andrebbe diversamente se fosse sullo stampo di Travaglio, Massimo Fini e altri, piuttosto che in mano a quelli che sappiamo.

Se vogliamo veramente andare alla ricerca di chi racconta balle, forse dobbiamo guardare in qualche altra direzione.

Anonimo ha detto...

Nell'ultimo post Travaglio afferma che "Alemanno l’indulto l’ha votato, esattamente come Rutelli". Questo naturalmente non è vero, come può verificare chiunque andando sul sito della camera: Alemanno si è astenuto.

Dunque Travaglio o non è così informato come vuole far credere, o mente deliberatamente per favorire i politici a lui più simpatici.

Se avessi il tempo di controllare, sono sicuro che ne scoprirei tante di "sviste" simili.

Andrea Sacchini ha detto...

> Se avessi il tempo di controllare, sono sicuro che ne scoprirei tante di "sviste" simili.

Accomodati pure: qui puoi tranquillamente riportare il frutto delle tue ricerche.

Io, dal canto mio, continuo a essere fermamente convinto di quanto ho scritto nel mio commento precedente.

E sono altresì convinto che se anche io avessi il tempo, di "sviste" - come le chiami tu - nei vari Fede, Feltri, Ferrara e compagnia bella ne troverei molte di più.

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