venerdì 21 marzo 2008

Il canone? Non ne sappiamo niente

La vicenda canone rai, da tempo arenata sull'annosa questione di quali siano gli apparecchi, oltre alla tv, per i quali è fatto obbligo pagarlo e quali no (nel dubbio continuiamo tranquillamente a pagarlo tutti), si è arricchita di un nuovo capitolo (l'ultima puntata della telenovela é qui).

L'Agenzia delle Entrate, infatti, interpellata dalla Rai prima e dall'Aduc dopo, scrollandosi per un attimo dal suo leggendario torpore ha detto finalmente la sua. Una risposta definitiva e inequivocabile, riassunta in queste poche parole che riporto pari pari da questa pagina del sito dell'Aduc (il neretto è mio):

"Dopo alcuni mesi, vista l'assenza di qualsiasi risposta, abbiamo inoltrato un interpello all'Agenzia delle Entrate, che oggi ci risponde dicendoci di rivolgerci al ministero delle Comunicazioni, il quale si e' gia' rifiutato di rispondere."

Cioè, se non fosse sufficientemente chiaro, l'Aduc, una delle associazioni di consumatori più battagliere su questo fronte, è stata invitata dall'Agenzia delle Entrate a rivolgersi al Ministero delle Comunicazioni per ottenere chiarimenti. Il bello è che il suddetto ministero, assieme a quello delle finanze e dell'economia, è già stato interpellato a ottobre 2007. Interpellanza tuttora senza ancora uno straccio di risposta.

Alla fine, quindi, quali siano i famosi apparecchi oltre alla tv per i quali va pagato il canone non è dato di saperlo. Non sono riusciti a sciogliere il dubbio, nell'ordine: Ministero delle Comunicazioni, delle Finanze e dell'Economia, Agenzia delle Entrate, Rai e 4 interrogazioni parlamentari.

"La verità è che (...) il Canone RAI è una imposta di cui nessun organismo istituzionale vuole assumersi la responsabilità", scriveva ieri PI. Possiamo dargli torto?

Ci vediamo alla prossima puntata.

2 commenti:

Romina ha detto...

Tutta questa grottesca vicenda ci offre almeno una certezza: siamo in Italia!

Andrea Sacchini ha detto...

Già. Un'altra cosa interessante (si fa per dire) di tutta la vicenda è che la Rai strombazza ai 4 venti il fatto che il canone in Italia sia il più basso d'Europa.

Vero (grafico), ma evita accuratamente di aggiungere, però, un'altra cosetta, che riporto da questo articolo di digital-sat.it:

È anche vero che in Italia si paga il canone più basso dell'Europa occidentale. Ma è altrettanto oggettivo che la Rai incassa in pubblicità cifre che in altri Paesi europei non osano incassare e non si mettono in condizione di incassare perché non fanno troppi programmi mirati soltanto ad acchiappare audience da vendere agli inserzionisti pubblicitari (come invece fa la nostra tv di Stato).

"Se nelle scuole si insegni"

"Se nelle scuole si insegni". Ma a parte gli svarioni grammaticali, questo post è di difficile interpretazione anche d...