mercoledì 5 marzo 2008

Blogger e tribunali vanno a braccetto?

Si può essere denunciati per diffamazione per ciò che si scrive su un blog? Sì, eccome! Date un'occhiata a questo breve filmato, poi vi dirò alcune cose:



(Fonte video: Puntoinformatico.it)

Mi pare che il tutto sia sufficientemente chiaro. Ogni tanto capita di leggere qua e là - ne ho parlato spesso anch'io in queste pagine - di blogger che in alcuni paesi vengono incarcerati per ciò che scrivono. Da noi queste cose (ancora) non succedono: insomma, se le patrie galere scoppiano non è certo perché sono piene di blogger.

Nel contempo, però, sta prendendo piede un'abitudine sicuramente meno drastica ma un tantino più subdola: la denuncia per diffamazione. Nel recente periodo alcuni blogger ci sono passati e altri ci sono ancora dentro. Penso ad esempio a Piero Ricca, querelato qualche tempo fa da Emilio Fede, ad Anna Setari, a Pier Luigi Tolardo, ad Alessandro Ronchi, denunciato per un commento a un post nel suo blog rimosso quasi subito, fino ad arrivare al caso di questi giorni: cinidisicilia.it, il cui titolare è stato denunciato per il semplice copia e incolla di una notizia poi risultata falsa (il blog in questione è attualmente chiuso: qui l'home page).

Spesso il blogger, quindi, non viene neppure denunciato per ciò che scrive in prima persona, ma solo per un commento inserito da terzi. In questo senso potrebbe sicuramente aver fatto scuola la celeberrima (almeno in rete) sentenza di un giudice, che ha condannato un blogger per diffamazione equiparandolo di fatto al direttore di una testata giornalistica.

Tutto nasce dal marasma legislativo che vige in materia, il quale, sostanzialmente, dà al giudice elevati margini di discrezionalità quando si trova a decidere in merito a questo tipo di controversie. Controversie il cui nocciolo ricade sempre nello stesso amletico dilemma: la vigente normativa sulla stampa può/deve essere estesa alla telematica? (consiglio in proposito questa interessante lettura di Vincenzo Zeno)

A questo va aggiunto che da molti, in rete, il sempre maggiore ricorso al sistema della denuncia per diffamazione - pratica in qualche modo agevolata dal fatto che la legislazione vigente dà il diritto a chiunque di denunciare chiunque se ritiene di essere stato diffamato - viene visto come una sorta di tentativo di intimidazione che va al di là dello scopo originale per cui è stato previsto, e cioè la tutela dell'onorabilità e della reputazione della persona, ma anche qui le opinioni sono ovviamente discordanti. E difficilmente potrebbe non essere così.

Chiudo riportando un estratto di questo articolo di Punto Informatico di qualche giorno fa, che mi sembra sintetizzi perfettamente il succo di tutta la vicenda:

I casi di blogger denunciati per diffamazione aumentano di continuo prefigurando un clima ostile alla libera espressione del pensiero sulla rete italiana. Una situazione che rischia di diventare esplosiva: sono ormai decine i blogger italiani che rischiano un processo per quanto hanno scritto o quanto qualcuno ha scritto nei commenti ai propri post, o per un link ritenuto diffamante. Una situazione fin qui sfuggita al Legislatore, spesso incapace di seguire con la dovuta attenzione i nodi critici dello sviluppo della Società dell'Informazione. Lasciare che siano normative interpretate in senso restrittivo e la scarsa conoscenza della rete a determinare magari in tribunale quali debbano essere i confini dei diritti degli utenti nell'era digitale - si dice da più parti in questi mesi - potrebbe rivelarsi un clamoroso boomerang oltreché una nuova imperdonabile leggerezza di chi abita la stanza dei bottoni.

4 commenti:

Romina ha detto...

Sono chiari tentativi d'intimidazione, facili a farsi perché un blogger è un comune cittadino, spesso non dotato di grandi mezzi e conoscenze e quindi impossibilitato a difendersi.
Che dire? Io continuo sulla mia strada.

OFF TOPIC: qualcuno è riuscito a rubarmi l'identità su wordpress e a spacciare un mio blog come suo. :((

Andrea Sacchini ha detto...

> Io continuo sulla mia strada.

Naturale. Anch'io.

> qualcuno è riuscito a rubarmi l'identità su wordpress e a spacciare un mio blog come suo.

Lo so, ho letto la storia sul tuo blog. Purtroppo per fare queste cose non sono necessarie particolari competenze tecniche, a volte è sufficiente Google. Vuoi un esempio, anche se in questo caso non c'entra con wordpress? Prova a cliccare qui.

C'è poco da fare. A volte comunque basta poco per cautelarsi: ad esempio impostare il browser del pc in modo che non memorizzi le password digitate; lo so, è una scocciatura, ma in genere garantisce una certa sicurezza.

Ciao.

Anonimo ha detto...

non è però che i blogger a volte fanno un po' le vittime? diffamare non va bene neanche da un blog

giovanna

Andrea Sacchini ha detto...

Giovanna, non ho scritto da nessuna parte, nel mio post, che la diffamazione via blog è lecita e quella a mezzo stampa no.

Diffamare è sbagliato sempre, indipendentemente dal mezzo. Io stesso non avrei probabilmente nessuna esitazione a querelare chichessia nel caso mi venissero addebitate pubblicamente cose gravi che non ho mai detto o mai fatto.

Se uno ritiene di essere stato diffamato, ha il sacrosanto diritto di adoperarsi in ogni modo per difendersi.

Nel mio post ho solo voluto mettere l'accento sul fatto che ormai la denuncia per diffamazione non è più solo uno strumento di difesa, ma, in particolar modo verso i blogger, sta assumendo le sembianze (neanche tanto velate) di strumento di intimidazione.

Ciao.

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