venerdì 25 gennaio 2008

Il mio primo post scritto su un sistema operativo "virtuale"

La marea di articoli e howto che trovate in questo blog e nel mio sito internet, li ho scritti per la maggior parte utilizzando il sistema operativo Linux (ovviamente dopo averlo conosciuto, prima usavo Windows). In ogni caso, sia che si trattasse dell'uno o dell'altro, erano sempre sistemi operativi "veri", diciamo così, cioè saldamente e permanentemente installati sul disco fisso del pc (eccetto alcune situazioni di emergenza in cui ho utilizzato Knoppix, un sistema operativo che gira su cd o dvdrom avviabile).

Ho sentito spesso parlare di software di emulazione, di virtualizzazione dei sistemi e cose simili (VMware e dintorni, per intenderci), ma non ho mai prestato a queste soluzioni molta attenzione. Poi ho trovato questo articolo sul blog di Salvatore e, più per sfizio che altro, ho provato. Ovviamente per chi già ha sperimentato questi software ho scoperto l'acqua calda, ma ne sono comunque rimasto affascinato ed entusiasta.

Per testare il programma ho usato il pc che utilizzano solitamente Chiara e le mie figlie (qualche protesta per l'intrusione, ma vabbè), sul quale gira Xp. Ho installato il software di virtualizzazione (download qui) e ho seguito la spiegazione di Salvatore. Ed ecco alcune immagini a operazione conclusa:




Virtualbox, una volta lanciato (partendo da "start", come tutti i normali programmi), si presenta come una normalissima finestra di Windows all'interno della quale gira il sistema operativo "ospite" (in questo caso Ubuntu 7.10). Al termine dell'installazione, il sistema "virtuale" è pronto per l'utilizzo con tutte le sue funzioni, esattamente come se fosse stato installato su hard disk (nell'immagine qui sotto sto facendo l'aggiornamento dei pacchetti software via internet al termine dell'installazione):




Se si espande la finestra a schermo intero, ecco che il sistema operativo ospite appare in tutta la sua interezza, esattamente come se fosse stato installato normalmente su hard disk:




Uno, tra i tanti, degli aspetti che più mi ha colpito è quello che il tutto (nonostante ciò che pensavo io inizialmente) non è affatto lento, ma le varie applicazioni si aprono alla stessa velocità di un sistema operativo tradizionale.

Il sistema operativo - come dicevo sopra - una volta installato è completo di tutte le sue funzioni, ed è possibile svolgere tutte le normali operazioni che si fanno comunemente col pc (ci sto scrivendo questo articolo), compresa l'installazione o la rimozione di programmi, la navigazione in rete, l'aggiornamento del software via internet, l'installazione di plugin vari, ecc...

Le macchine virtuali che si possono creare sono molteplici, e su ognuna può ovviamente essere installato un sistema operativo diverso. Ma l'aspetto più interessante di tutta la questione, è che tutto ciò che si fa all'interno del computer virtuale sul quale è installato il sistema operativo ospite rimane circoscritto al suo interno, e ciò evita la possibilità di combinare guai all'infuori di esso, che è poi il timore maggiore degli utenti in genere. In pratica, il vostro caro Windows installato sul disco fisso non ve lo tocca nessuno. Insomma, i titubanti non hanno più scuse per non provare Linux! :-)

Ultima cosa e poi chiudo. Il software di cui ho parlato è multipiattaforma: gira su Windows, su Linux e su Mac. Ciò significa che è possibile installare Linux su una macchina Windows (come ho fatto io), Windows su Linux, Linux su Mac, Windows su Mac, ecc...

Insomma, il divertimento è assicurato.

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