sabato 5 gennaio 2008

Censure e parabole (satellitari)

Probabilmente qualcuno ricorderà, tra i tanti fatti accaduti nel 2007, le vicende della Birmania (ne ho parlato a suo tempo anch'io). Alessandro Gilioli, in proposito, scrive dalle colonne dell'Espresso di una interessante (si fa per dire) novità arrivata col nuovo anno.

Cito pari pari dal suo articolo:

In Birmania, con il nuovo anno, chi possiede una parabola per ricevere i programmi tv satellitari dovrà pagare una tassa di quasi 800 dollari all’anno.

La cifra equivale a tre volte uno stipendio medio annuale.

Il disegno è semplice: tagliare fuori dall’informazione tutta la popolazione eccetto la ristretta fascia di very rich, quelli che sono tutti o quasi vicini al regime.

In Birmania, dove Internet è censuratissimo e la stampa è solo quella del governo, i satelliti permettevano di vedere le tivù in inglese - soprattutto Bbc Asia - e di sapere in questo modo che cosa succedeva nel loro stesso Paese.

Se a ciò aggiungiamo - come scrive sempre lo stesso Gilioli nell'articolo - che una sim card per telefonino costa adesso l'equivalente di tre anni di stipendio, mi pare che il quadro (desolante) della situazione, lì, sia sufficientemente chiaro.

(via Espresso)

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