sabato 12 maggio 2007

"Anche gay è famiglia", dice Repubblica

Alcune associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali, hanno acquistato oggi una pagina su alcuni quotidiani italiani a tiratura nazionale. L'immagine che vedete qui sotto è stata pubblicata su Repubblica e mi ci sono imbattuto casualmente mentre la sfogliavo stamattina in agenzia:



Pubblico solo il titolo dell'annuncio perché la pagina non entrava per intero nello scanner (il testo dell'annuncio lo potete comunque leggere in questa pagina di Quotidiano.net che ha segnalato la cosa).

Ora, naturalmente, le cose che si potrebbero dire al riguardo sono molte e ognuno avrà in merito una sua precisa convinzione. Siccome si parla di famiglia, un pò mi sento tirato in causa e quindi alcune brevi considerazioni le faccio anch'io, anche se - ovviamente - la complessità e le varie sfaccettature dell'argomento non permettono una sua trattazione esaustiva in questo piccolo spazio.

Personalmente non ho niente contro gli omosessuali: se due dello stesso sesso provano attrazione reciproca non è certamente (almeno per me) motivo di scandalo. E mi sta pure bene che vadano a vivere insieme sotto lo stesso tetto. Però, sempre dal mio punto di vista, alcuni "paletti" sono necessari. Innanzitutto bisogna capire bene cosa si intende con famiglia. E qui, come è giusto, ognuno attinge a quello che è un pò il suo "background" culturale, e quindi alle cose che gli sono state insegnate e ai valori che gli sono stati inculcati.

Se facciamo riferimento alla nostra Costituzione, leggiamo all'articolo 29 che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare".

Naturalmente il fatto che non sia specificato matrimonio tra uomo e donna potrebbe far pensare; ma probabilmente ciò dipende dal fatto che all'epoca della stesura della Carta Costituzionale era sottinteso che il matrimonio fosse tra uomo e donna. In ogni caso, anche andando a vedere un pò più indietro nel tempo, la famiglia è sempre stata intesa come mezzo di riproduzione (biologica e culturale) della società. Poi, a margine di tutto, si ritorna - come dicevo prima - alle proprie convinzioni personali, che sono il frutto e la sintesi degli input ricevuti dal tipo di cultura in cui si è nati e cresciuti.

Allo stato attuale, in virtù di tali input, non mi sento di definire famiglia due persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme. Chiamateli come vi pare: conviventi, coppie di fatto, dico, quello che volete, ma per me il termine famiglia rimane vincolato a un uomo e una donna (non necessariamente sposati) che decidono di vivere insieme e di procreare. Altre accezioni di questo termine mi sembrano improprie. Chiamatemi tradizionalista, conservatore, miope, come vi pare, ma il fatto di essere nato e cresciuto in un contesto culturale di un certo tipo, intriso tra l'altro di cultura cattolica (che già da parecchio tempo mi ha nauseato, ma questo è un altro discorso), mi fa avere della famiglia questo tipo di visione.

Ciò, naturalmente, come ho anche già detto, non toglie il fatto che le associazioni sostenitrici dei diritti degli omosessuali abbiano il diritto sacrosanto, come tutti, di dire la loro e di rivendicare per sé eventuali diritti (d'altronde se ci mette il becco Bagnasco, non vedo perché, a maggior ragione, non debbano farlo loro che sono parte in causa).

Il tutto però, come dicevo prima, all'interno di quelli che secondo me sono i necessari "paletti".

2 commenti:

schrodcat ha detto...

Questione inestricabile. Parliamo di linguaggio? Legislazione? Diritto? Usi? Morale?

Cos'è una famiglia? In ogni campo sopra elencato se ne può dare una definizione diversa. Sono cresciuto da piccolo con l'idea che la famiglia fosse genitori e figli, e poi di converso e in senso esteso nonni, nipoti, zii, cognati, eccetera eccetera. Ma la famiglia in senso stretto sì, da piccoletto per me era genitori e figli, quella era una famiglia.

Poi sono cresciuto e mi hanno cominciato a insegnare, o forse io ho cominciato a capire, che una coppia è già una famiglia, anche se non ha figli. L'amore e la promessa di assistenza e condivisione reciproca fanno già nascere una famiglia. Così alcuni miei zii sono una famiglia, anche se non hanno figli. C'è chi non li vuole, chi non può. Anche se una famiglia con figli può forse intendersi come famiglia più completa e in senso stretto, anche una famiglia senza figli è già una famiglia. Così avevo imparato, il termine è generale.

Ora mi vogliono far tornare indietro. "Scusate ci eravamo sbagliati". Una coppia non fa più famiglia, ci vogliono i figli, senza figli non è una famiglia.

Dico la mia: risentiamoci quando ci saremo decisi tra trent'anni che è meglio, e vediamo cosa scriveranno su dizionari, legislazioni, costituzioni, e cosa si dirà ai bar sport.

Andrea Sacchini ha detto...

> risentiamoci quando ci saremo decisi tra trent'anni che è meglio, e vediamo cosa scriveranno su dizionari, legislazioni, costituzioni, e cosa si dirà ai bar sport.

Ho paura che di questo passo tra 30 anni saremo ancora punto e a capo. D'altronde se pure la Costituzione non dice chiaramente cosa si intende, come potremo definirla noi?

E' per questo che dico che ognuno (giustamente) la vede a modo suo in base al tipo di contesto culturale in cui si è formato.

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