lunedì 5 marzo 2007

Bambini e telefonini

Qualche sera fa, mia figlia più grande, Michela, V elementare, si è ritrovata assieme ai compagni di classe in una pizzeria vicino a casa per festeggiare il compleanno di un compagno. Sorpresa: solamente lei, assieme ad altri due, era senza cellulare, tutti gli altri ce l'avevano. E non si trattava di telefonini bau bau micio micio, ma di veri e propri apparecchi di ultima generazione in grado di fare foto, filmini, inviare e ricevere sms, ecc... (volendo utilizzabili anche per telefonare :-)).

E, ovviamente, tutti i ragazzini hanno trascorso la maggior parte della serata a inviarsi messaggini e a scambiarsi opinioni e impressioni sui vari modelli. Mia moglie Chiara, prima di lasciare Michela (ovviamente un pò rattristata dalla situazione), si è offerta di lasciarle il suo per la serata, offerta declinata da Michela con un "no, grazie, è lo stesso...".

Uff... che fatica fare i genitori, non si sa mai come comportarsi. Io sarei per aspettare ancora a comprarglielo, anche se si tratta di un acquisto che prima o poi (secondo me meglio "poi") andrà comunque fatto. Chiara invece è più possibilista e secondo lei il prossimo anno, quando farà la prima media, dovrebbe averlo.

Non lo so, da una parte non vedo la necessità di comprarglielo. Anche perché, se vogliamo essere sinceri, si tratta ancora di un acquisto abbastanza inutile per adesso. Voglio dire, il prossimo anno, quando appunto frequenterà la prima media, si recherà a scuola col pulmino, mentre all'uscita la passerò a prendere io con la macchina quando uscirò dal lavoro. Non è quindi che le servirà il telefonino per rendersi reperibile, visto che sappiamo bene dov'è.

Il rovescio della medaglia, però, è rappresentato dal famoso discorso "ce l'hanno tutti", e quindi, per evitare probabili forme di "ghettizzazione" o discriminazione, si è tentati di fare l'acquisto. Certo, le notizie che si leggono in giro sulla questione dei telefonini a scuola non sono molto rincuoranti (filmini di qua, filmini di là, videoclip che vanno su youtube, ecc...), e tutto questo non fa altro che aumentare la mia indecisione.

Non so se tra voi, amici lettori, c'è qualcuno che magari ha figli e che ci è già passato. Se sì (e anche se no) fatevi avanti: si accettano pareri.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea.

Io ho un virgulto di appena un anno e quindi, almeno per adesso, il problema non si pone. Sono comunque contrario ad acquistare il telefonino a mio figlio (lo so, sono un vecchio bacucco all'antiva, ma tant'e'), a meno che non vada alle superiori. Forse e' un po' eccessivo, ma quando sono andato io a scuola non esisteva il telefonino e si viveva bene lo stesso (anzi si viveva meglio).
Ovviamente mia moglie dice che io sono un pazzo: "tanto ce l'hanno tutti". Ma questo non e' un buon motivo. Se tutti vogliono fare i fessi perche' devo farlo anch'io?

Comunque sono d'accordo con te. Fare i genitori, specialmente al giorno d'oggi, e' difficile. Ma proprio DIFFICILE.

Anonimo ha detto...

:) Ho pubblicato proprio oggi, poco dopo la mezzanotte (ormai quasi "ieri"), un post su questo stesso argomento.

Non mi permetto consigli perché, come ho rilevato, la situazione è difficile, è difficile fare i genitori. Anche se non ho figli, me ne rendo conto benissimo.
Capisco sia chi non vuole comprare il cellulare al proprio figlio (io sarei, in teoria, per non comprarlo troppo presto), sia chi, spinto da amorevoli preoccupazioni, sceglie di acquistarlo, proprio per non fare sentire il proprio ragazzo un "escluso".
Quando si va a scuola, il problema del "ce l'hanno tutti" è reale. Quei genitori che vorrebbero impartire un'educazione diversa, e magari più sana, ai propri figli si trovano in difficoltà a causa delle enormi pressioni del mondo esterno. Non è facile resistere a tante sollecitazioni.

Andrea Sacchini ha detto...

@ Gaetano: "Io ho un virgulto di appena un anno"

Complimenti!

@ Romina: "Ho pubblicato proprio oggi, poco dopo la mezzanotte (ormai quasi "ieri"), un post su questo stesso argomento."

Devo farti una confessione: l'idea per questo post mi è venuta proprio leggendo il tuo articolo. :)

Comunque, ragazzi, non so. Posso solo dire che le cose cambiano, eccome se cambiano. E non solo per la questione dei telefonini.

Qualche anno fa anch'io la pensavo come Gaetano, ma l' "ambiente" circostante influisce non poco sulle scelte, specialmente quello scolastico. E' un dato di fatto che il prossimo anno, in prima media, se a mia figlia non lo comprerò sarà l'unica a non averlo (se ce l'hanno già quasi tutti alle elementari...), e a scuola, bene o male, ci siamo passati tutti. E tutti sappiamo quanto è difficile andare "contro corrente" in questo ambito, e sappiamo cosa significa, a quella particolare età, essere discriminati.

Vabbè, vedremo, c'è ancora un anno di tempo.

Anonimo ha detto...

e no caro andrea, non glielo dovresti comprare
quello che mi colpisce non è la tua posizione indecisa ma il comportamento generalizzato di questa "new generation" di genitori che in massa comprano il cell ai loro figli
non ho bambini e non ne avrò per anni ancora, ma di cuginetti e parenti qua e là ne ho tanti
e ti giuro che vedere bambini di meno di dieci anni o tredicenni passare la giornata al mare a scambiarsi sms e scocciati (perchè ce li hanno portati i genitori) è desolante
La mia generazione non è lontana da quella attuale ma, sia un esempio, una giornata al mare (che non si vede 350 giorni l'anno) e con cugini o parenti coetanei che magari vivono in un'altra città per me era motivo di estrema gioia. poter vedere un cugino più grande e giocarci insieme lo era altrettanto. I bambini oggi queste gioie non le conoscono.
Conoscono gli sms e il loro linguaggio: contemporaneamente la grammatica per loro è materia oscura e l'ortografia non l'hanno mai sentita nominare; mentre i genitori se ne disperano...
Come iniziano a non conoscere (e non esagero perchè succede eccome se succede) l'amore per i genitori che si può avere a quell'età perchè impegnati a comunicare "come i grandi" con i loro amichetti e le attenzioni dei loro genitori li scocciano
No caro andrea, quello a cui assisto mi da ai nervi e ti dico che per me sarebbe un atto di stupidità, grave

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie del tuo commento, anonimo (magari però la prossima volta metti almeno un nick), molro bello.

Io, effettivamente, sono ancora per non comprarlo. Vedrò comunque come evolve la cosa.

Anonimo ha detto...

Sono daccordo sul NON acquistare telefonini ai bambini, per lo meno fino ai 13 anni (3 madia. Sono pienamente daccordo con "l'anonima", l'esempio del giorno a mare è "tristemente" il vissuto dei nostri figli, insaziabili e sempre col broncio (ho due figlie di 9,5 e 3,5 anni). Questa cultura del telefonino si è così radicata nella nostra società, che i genitori non si rendono conto della giostra in cui mettono i propri figli. Tra le altre cose quello che mi stupisce è la totale inconsapevolezza dei risci insiti nel dare un mezzo di comunicazione ad un bambino. Siamo bombardati da notizie inquietanti su accadimenti di violenza ed affini effettuate su minori. E' diventato inammissibile (per esempio) lasciate nostro figlio anche un minuto da solo in strada sotto casa, eppure potenzialmente diamo la possibilità a CHIUNQUE di contattare telefonicamente o con sms nostro figlio. Siamo una società di drogati, ormai crediamo di avere dei bisogni di cui in realtà non necessitiamo. Proprio questo dei telefonini ai bambini delle elementari e medie è quello più lampante. Naturalmente è anche vero che i tempi cambiano, però a mia figli più grande, che già da un anno mi chiede il telefonino, cerco di insegnarle quali sono le necessità reali ed anche i pericoli derivanti dal poter essere raggiunta al telefono da chiunque. Di come sia importante la sua rintracciabilità da parte nostra, ma che essa è ancora subordinata alla presenza di un genitore o insegnante a cui è stata affidata.
Per cui riuscirà ad ottenere un telefonino, eventualmente alle scuole medie, e solo quando usciranno sul mercato dei telefoni (già pubblicizzati) che permettano il controllo delle comunicazioni (gestito da noi genitor) in entrata ed in uscita (white list) come avviene con i filtri per la rete con i programmi di controllo parentale.
Saluti

Andrea Sacchini ha detto...

fabrizio: e solo quando usciranno sul mercato dei telefoni (già pubblicizzati) che permettano il controllo delle comunicazioni (gestito da noi genitor) in entrata ed in uscita (white list)

Confesso la mia ignoranza. Non sapevo esistessero telefonini con questa funzione. Interessante.

Anonimo ha detto...

Fondamentale è stata la spinta mediatica del noto portale d’informazione

Grazie a Italymedia.it aboliti i costi di ricarica
L’iniziativa era partita dall’impegno di un intraprendente studente che ha indetto una petizione che ha raggiunto quota 800.000 firme


Quando da qualche mese a questa parte gli utenti delle varie compagnie di telefonia mobile si accingono a caricare la carta prepagata corrispondente al proprio numero telefonico vengono subissati da raggianti ed entusiaste vocine automatiche o da uno sventolìo di pubblicità adescanti e convincenti, che ricordano come tutto il costo di una ricarica corrisponda a reale traffico telefonico, lasciando trapelare manifestamente che quella grave ingiustizia perpetrata per anni a danno dei consumatori che era rappresentata dai costi fissi di ricarica è finalmente stata abolita. La voce con magistrale enfasi oratoria o le sfavillanti e calamitanti pubblicità si sforzano di ostentare meriti inesistenti appalesandosi artefici di un epocale cambio di rotta verso gli interessi dei fruitori del servizio che comportano inevitabilmente un sacrificio deliberato e doloroso da parte dei “poveri” gestori, spingendo e imprigionando nelle paludi dell’inganno i meno avveduti tra gli utenti. Ma, anche se la maggior parte di chi è costretto ad avvicinarsi al servizio di ricarica per poter utilizzare il telefono cellulare conosce perfettamente la genesi dello storico provvedimento che ha condotto all’abolizione del disdicevole dazio, ci sembra opportuno rammentarla ai più labili di memoria. Ed è bene chiarire che, pur se il tutto si è raggiunto con una delibera governativa, se non ci fosse stata una vigorosa spinta popolare, probabilmente il costo fisso in questione scivolerebbe ancora bellamente nelle casse voraci dei gestori, in netta controtendenza con la linea tracciata e seguita nel resto d’Europa.
Il tutto è partito dalla lodevole iniziativa di uno studente, Andrea D’Ambra, che ha profuso energie incommensurabili impegnandosi nell’avviamento e nella gestione di una mastodontica macchina organizzativa finalizzata ad una petizione che ha raggiunto l’incredibile traguardo di circa 800.000 firme. Sarebbe stato in verità impossibile il conseguimento di un obiettivo tanto clamoroso, senza l’apporto fondamentale di alcuni strumenti mediatici di cui il promotore si è avvalso lungo l’arduo e tortuoso tragitto. A partire dalla spinta informativa del comico Beppe Grillo e del suo gettonatissimo blog che ha dedicato ampi spazi all’iniziativa. Ma decisivo è stato l’apporto propulsivo del Portale dell’Informazione Nazionale Italymedia.it e del suo direttore Antonello De Pierro che ha sostenuto e nutrito la divulgazione del progetto avvalendosi anche delle frequenze della nota emittente radiofonica Radio Roma di cui è uno storico conduttore. Il giornalista, che è anche presidente del giovane movimento “L’Italia dei Diritti” così si è espresso sull’argomento: “I consumatori italiani dovranno per sempre essere grati a questo eroico e fenomenale studente, ed è davvero biasimevole il fatto che un simile risultato non abbia tratto linfa vitale da un impegno forte degli organi rappresentativi, istituzionalmente deputati alla presentazione e alla promulgazione di leggi, che nel frangente si sono dimostrati clamorosamente miopi e distratti”.

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