giovedì 15 febbraio 2007

Somari

Difficile in questi casi capire chi è il vero somaro.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Noi esseri umani siamo spesso indecenti.

Andrea Sacchini ha detto...

Già, forse anche un pò troppo spesso.

Zappa ha detto...

Al mondo ci sono due tipi di mammiferi, gli animali e le bestie.

La mia gatta è un animale ...

Io lo saprei CHI mettere a tirare il carro!

Andrea

Andrea Sacchini ha detto...

Domenica scorsa, anche vicino a casa mia, a Santarcangelo, hanno festeggiato il carnevale con la sfilata dei carri, ma almeno hanno avuto l'intelligenza di farli trainare dai trattori.

Anonimo ha detto...

E non dimentichiamo che purtroppo esistono anocra i circhi ...

Andrea Sacchini ha detto...

Eh, lo so, purtroppo le situazioni in cui gli animali sono maltrattati sono tante. Noi, più che segnalare ogni tanto la cosa, non possiamo fare.

schrodcat ha detto...

Sì però a volte si fa anche tanto rumore in modo un po' esagerato. Povera bestia, che colpa ne aveva, ma fasciarsi la testa forse è un po' troppo, no? Avrà avuto un infarto, certamente legato alla fatica e non sarà stato il primo, come può capitare a un cavallo da corsa in gara, come capitò ad un paio di corridori quando mi allenavo un po' in là con gli anni e che ci rimasero secchi per il cuore. Loro se l'erano scelto, certo, gli animali no. Ma da che mondo è mondo, non li chiamavamo animali da soma? Se non vogliamo più affaticarli, per carità una posizione nobile e condivisibile, ma per coerenza vorrei che valesse per tutti gli animali. Avete mai visto come vivono i polletti e i tacchini che finiranno sulle nostre tavole? Migliaia ammassati in modesti capannoni, che si pestano i piedi. I palii anche andrebbero chiuso allora.

Quindi, capisco le associazioni: magari loro combattono coerentemente tutte le forme di arbitrio verso gli animali. Ad una civiltà vegetariana e pienamente rispettosa degli animali però ci arriveremo tra qualche secolo, per ora stiamo indietro. Ma non credo che nel nostro piccolo siamo tanto diversi da altre forme di sfruttamento animale. La trortura e i maltrattamenti sono un'altra cosa, per carità, quelli sono la vergogna delle nostre vergogne.

Andrea Sacchini ha detto...

Caro Schrodcat, mi sa che questa è la prima volta che non condivido un tuo commento. E ti spiego perché.

> Sì però a volte si fa anche tanto rumore in modo un po' esagerato. Povera bestia, che colpa ne aveva, ma fasciarsi la testa forse è un po' troppo, no?

A mio parere quando accadono queste cose il "rumore" - come dici tu - non è mai esgerato, almeno per chi, come me, pensa che anche gli animali abbiano una loro sensibilità. Volenti o nolenti siamo di fronte a una violenza, che consiste nel costringere un animale a fare qualcosa che spontaneamente non avrebbe mai fatto.

> Avrà avuto un infarto, certamente legato alla fatica e non sarà stato il primo, come può capitare a un cavallo da corsa in gara

Certo, avrà avuto un infarto, come può aver avuto qualsiasi cosa legata comunque al tipo di sforzo a cui è stata sottoposta, e che non si è scelta di sua spontanea volontà.

> Ma da che mondo è mondo, non li chiamavamo animali da soma?

Da quale tipo di mondo non lo so, certamente non da un tipo di mondo che ambisce a definirsi civile. Animali da soma mi può anche stare bene (pur coi dovuti distinguo); animali da maltrattare sicuramente no.

> ma per coerenza vorrei che valesse per tutti gli animali. Avete mai visto come vivono i polletti e i tacchini che finiranno sulle nostre tavole?

Conosco perfettamente le condizioni a cui sono sottoposti gli animali, anche quelli che arrivano sulle nostre tavole. Per coerenza ti comunico che questo non è né il primo né l'ultimo articolo che dedico al maltrattamento degli animali. Te ne puoi rendere conto di persona spulciando un pò questo blog e il mio sito internet.

> Ad una civiltà vegetariana e pienamente rispettosa degli animali però ci arriveremo tra qualche secolo, per ora stiamo indietro.

Nessuno pretende che si arrivi a una società totalmente vegetariana, anzi (io stesso non sono vegetariano). Ma una società che rispetti gli animali, e in generale ogni forma di vita, quello sì.

Ciao.

schrodcat ha detto...

Evento eccezionale: ho postato un nuovo intervento! Con la traduzione in inglese spero di guadagnare lettori. Ora cercherò di mantenermi più attivo.

Immaginavo che il post potesse apparire un po' antipatico, soprattutto passo un po' per insensibile. In realtà non lo sono, cioè io se vedo un qualunque animale fare qualunque cosa, lo guardo negli occhi e mi fa pena. Fin da ragazzino mi sconcertava pensare che i cavalli vivessero tutta la vita con quel morso, mi chiedevo anche se non gli pesava l'uomo in groppa. Mi hanno sempre sconvolto gli uccellini nelle gabbie, un animale che vola rinchiuso in mezzo metro cubo. Ma se rifletto, mi accorgo che non mi nego mai le comodità che derivano da quegli sfruttamenti, non faccio e dico molto.

Qui c'è la parte cinica dell'uomo, se vuoi. Certamente noi non sappiamo cosa pensano gli animali, io non sono nemmeno sicuro che i cani addestrati siani felici di esserlo. L'altra faccia della medaglia è che gli animali domestici a volte li sfruttiamo, ma al tempo stesso ce ne prendiamo anche cura, e non so a somme fatte come vivano nel complesso l'interazione con l'Uomo: se bene o male.

Ma è vero anche che se si rimane entro i limiti e non si arrivi al vero maltrattamento, gurdiamo quello che facciamo e abbiamo fatto per migliaia d'anni: come abbiamo coltivato i campi? Come ci siamo mossi per le strade? I muli, i cavalli, i bovini, li abbiamo tutti obbligati ad aiutarci a rendere la nostra vita più comoda, da che tempo è tempo. In migliaia d'anni è ovvio che abbiamo finito per selezionare i più adatti allo scopo, i più docili, i più energici, quelli che forse sono più adatti a "lavorare" e si mostrano miti e sereni.

Il mio discorso era razionale, cinico se vuoi, e in esso volevo solo guardare al problema nel suo insieme, nella sua realtà storica e preistorica. Io stesso, anche se certe volte quando ci penso provo pena, mi rendo conto che nel concreto ho sempre accettato una forma o l'altra di sfruttamento degli animali, ho sempre mangiato carni e bevuto latti di animali allevati allo scopo. Chi mi dice che sono felici? Chi mi dice che soffrano meno del mulo che porta su i pesi? Abbiamo in passato coltivato le terre con gli animali, e anche grazie a loro siamo arrivati qui, a questo grado di "civiltà".

Sono convinto che un giorno, quando non avremo più bisogno di animali per mangiare e vivere, si guarderà ai millenni passati come ad usanze barbare. Ma per ora non siamo cambiati molto da quel che eravamo.

Dico tutto questo separando i miei sentimenti di pietà verso gli animali addomesticati dalla constatazione di quelle che sono le nostre abitudini. Il che non vuole dire che non mi faccia una grandissima pena il canarino, il mulo che stramazza, il cavallo che muore d'infarto in gara, il toro in India (ne ho visti) tutto pelle ed ossa che traina i carri. Il contrario casomai. Se cinismo nel mio discorso c'era, era in una constatazione del mio cinismo di fatto a fronte del sentimento umano di pietà, ma non credo proprio di essere l'unico.

Andrea Sacchini ha detto...

> Evento eccezionale: ho postato un nuovo intervento!

Bentornato in attività. :)

> Certamente noi non sappiamo cosa pensano gli animali, io non sono nemmeno sicuro che i cani addestrati siani felici di esserlo.

Non so neanche io se siano o no felici. E poi, forse, bisognerebbe distinguere cosa si intende per "addestrati". Se intendiamo gli animali addestrati a essere utilizzati nei circhi (dove si può tranquillamente parlare di sfruttamento), è probabile. Se per addestrati intendiamo invece ad esempio i cani addestrati dalla Guardia di Finanza o dalla Polizia si può supporre che le cose siano diverse. Spesso, infatti, in questi ambiti tra l'uomo e l'animale si crea un rapporto di fiducia paritario e "affettivo". L'istruttore diventa cioè anche il miglior amico dell'animale. Il grande Victor Hugo una volta disse: "guardate negli occhi il vostro cane, e provate a dire che non ha l'anima".

> quello che facciamo e abbiamo fatto per migliaia d'anni: come abbiamo coltivato i campi? Come ci siamo mossi per le strade? I muli, i cavalli, i bovini, li abbiamo tutti obbligati ad aiutarci a rendere la nostra vita più comoda, da che tempo è tempo.

Appunto: oggi per coltivare i campi ci sono i trattori, per spostarsi ci sono le automobili. La nostra vita, insomma, è resa più comoda dalla tecnologia e dal progresso. Ed è per questo che situazioni come quella che ho linkato nel mio post non hanno più nessuna utilità e nessuna ragione di esistere.

schrodcat ha detto...

Ammetto che forse sono stato un po' troppo drastico. Comunque quel che diciamo dei cani addestrati (ma ne sarai pur mai morto uno d'infarto mentre veniva addestrato?) può valere per altri animali, come gli stessi somari: se vengono accuditi oltre che sfruttati loro forse vivono bene il rapporto con gli uomini. Il dolcetto è sempre ben gradito, anche dagli animali circensi. Per me è difficile capire dove si debba tracciare la linea, non avendo la possibilità di ascoltare un loro parere. In tutti i casi siamo sempre noi a decidere per loro fino a dove possiamo spingerci.

Per quel che riguarda i trattori eccetera: sono d'accordo, ora abbiamo la possibilità di scegliere di non sfruttarli. Devo però far notare che se abbiamo optato per usare i trattori e le macchine e non gli animali non è per pietà verso di loro, ma perché ci conveniva essendo i trattori e le macchine più efficienti rispetto ai nostri bisogni. Altrimenti ancora oggi li useremmo. Appunto, siamo sempre noi a decidere sui loro "diritti" in base alle nostre convenienze.

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