lunedì 18 dicembre 2006

Qualche cifra

Sì, lo so, sono cose già sentite e che più o meno tutti sanno. Ma una rinfrescatina ogni tanto non fa male (anzi fa male, ma è doverosa).

Dunque, come penso sappiate, l'attuale governo ha battuto tutti i record in quanto ad assegnazione di scranni per ministri, viceministri, sottosegretari: ben 102 (il poco invidiabile primato era finora detenuto dal governo Andreotti del 1991, che si era fermato a 101). Qualche tempo fa è uscito un libro, scritto dai deputati ds Cesare Salvi e Massimo Villone, intitolato Il costo della democrazia. Si tratta di un'analisi lucida e impietosa sui reali costi della politica italiana e su quanto incidono sulla spesa sociale.

Si scoprono così alcune cose, tipo ad esempio che i 427.889 "addetti" alla professione politica costano quasi 4 miliardi di euro all'anno, oppure che i costi di Camera e Senato sono cresciuti solo nell'ultima legislatura rispettivamente del 15 e del 39%. Anche il Quirinale ci mette del suo, visto che i suoi costi di gestione sono aumentati del 42% rispetto al 2001 (mi fermo qui, se volete farvi male e sapere tutto c'è questo articolo del Corriere).

Il mese scorso, tre parlamentari ds, Cesare Salvi, Massimo Villone e Valdo Spini, hanno presentato alcune proposte di modifiche strutturali che consentirebbero di far risparmiare all'azienda Italia quasi sei miliardi di euro (circa un quarto dell'intera manovra finanziaria, tanto per intenderci). Alcune di queste proposte erano:
  • riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600
  • riduzione dei membri di governo da 102 a 40
  • eliminazione di enti inutili
  • regolamentazione del finanziamento ai partiti
  • limite delle retribuzioni di parlamentari e dirigenti pubblici a 250.000 euro annui (Bush guadagna di meno)
  • soppressione del vergognoso diritto a vedersi maturata la pensione dopo due anni di legislatura, e conseguente liquidazione
Queste proposte di modifiche sono naturalmente finite in un misterioso cassetto e attualmente non se ne sa niente (ma và?). Peccato, perché avrebbero consentito di limitare lo spreco di risorse pubbliche e dato almeno l'idea di una reale volontà di cambiare rotta, se non altro agli occhi dei cittadini e degli altri paesi europei.

Non stupisce quindi, alla luce di tutto questo, che solo il 5% degli italiani riponga ancora una qualche fiducia nel sistema politico, mentre tutti gli altri auspicherebbero una specie di suicidio di massa di tale sistema. Mi rendo conto che è difficile fare questi discorsi senza dare l'idea di cadere nella retorica e nel falso moralismo, ma continuo a trovare disgustoso che mi vengano continuamente chiesti sacrifici da chi ha solo privilegi.

Non posso farci niente.

2 commenti:

  1. Hai perfettamente ragione, ma ovviamente e' improponibile che una classe dirigente di qualita' non eccelsa proponga un disegno di legge contro i propri interessi. Per non parlare dei finanziamenti pubblici ai partiti...
    Come diceva il buon Toto': "... E io pago!"

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