lunedì 13 novembre 2006

Liberiamo i contenuti

Mi piacerebbe, dal piccolo spazio di questo blog, lanciare un'iniziativa, anzi un vero e proprio invito: liberare i contenuti. Cosa significa? Guardate il logo con le due "c" che trovate in fondo a questa pagina web. E' l'effige di Creative Commons, un organismo che tutela il copyright seguendo un'ottica più "aperta" e maggiormente attenta ai fruitori di contenuti. Mi spiego.

Se io scrivo, dipingo, compongo, insomma creo arte, perché non posso permettere a chiunque di "godere" di ciò? Perché devo porre dei vincoli alla libera diffusione di quello che creo? Cosa ci guadagno a tenere tutto per me? La cultura deve essere libera, il concetto di copyright, così com'è comunemente inteso, va abolito. La diffusione della cultura, e in generale dell'opera dell'ingegno, va incentivata con qualsiasi mezzo, non ostacolata.

Fa un pò tristezza vedere nei libri, nei cd, nei siti internet l'avviso "tutti i diritti riservati". Ma perché? Perché un'altra persona non può prendere liberamente una cosa che ho creato io e riutilizzarla a sua volta? Perché, poi, ci sono siti internet con la ridicola dicitura "avrete una corretta visualizzazione solo utilizzando il browser 'x'"? Un sito deve essere correttamente visualizzabile da qualunque browser in circolazione, altrimenti si torna ai tempi demenziali e terribili in cui nelle scuole e nei tram potevano entrare solo i bianchi.

Ecco perché per questo blog, come per il mio sito e i miei libri, ho utilizzato questa licenza. Perché permette a tutti di diffondere, riutilizzare e ripubblicare i miei scritti seguendo alcune semplici regoline. In pratica chiunque può fruire di questa "arte" pur restandone integra la paternità.

La libera diffusione della cultura fa bene e contribuisce a sconfiggere l'ignoranza. Nel medioevo si bruciavano i libri per impedire alle persone di accedere alla conoscenza, e questo consentiva ai detentori del "sapere" di soggiogare chi viveva nell'ignoranza. Prendiamo il campo dei software in informatica. Se 10 programmatori scrivono un software non sapendo uno cosa sta facendo l'altro, magari stanno spendendo energie per creare la stessa cosa. Se invece tutti e 10 mettono in condivisione tra loro quello che stanno facendo, uno si occuperà di un aspetto, un altro di un altro e cosi via. Ci guadagnano tutti e non si disperdono energie. Se volete, dedicate 10 minuti del vostro tempo a leggere questo documento: è un pò lungo, ma molto istruttivo.

Io lo sto facendo già da un pezzo. Ci state anche voi?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Bah! Sinceramente il copyright o la proprieta' intellettuale intesa in senso piu' lato crea solo danni. Pensa solo ai farmaci salvavita che non possono essere prodotti da quelle (poche) industrie africane per salvare la vita a persone meno fortunate di noi. Inoltre il copyright fa comodo solo ai grandi guru della SIAE, RIAA, e company, in quanto i cantanti, gli scrittori e affini fanno quasi la fame (almeno quelli "piccoli"). Se sei appassionato di Bennato, c'e' un suo vecchio libro (Dirotterotti) che indica in lire 600 il costo "fisico" di un 33 giri (dal vinile, alla carta per imbustarlo). Bene, ricordo che io un 33 giri lo pagavo (negli anni '80) 15000 lire. Solo una piccola percentuale andava all'autore del disco. Il resto era cotituito da varie "accise" per arricchire signori che non fanno un c...o dalla mattina alla sera, che stanno seduti dietro una scrivania ad arricchire la telecom con le loro telefonate miliardarie.

Per me il copyright dovrebbe essere limitato solo ad una specie di "riconoscimento", di paternita' di un'idea. Ma l'idea, una volta partorita, dovrebbe essere libera.
Ma dubito che cambiera' qualcosa. Almeno a breve.

Ciao

Andrea Sacchini ha detto...

> "Bene, ricordo che io un 33 giri lo pagavo (negli anni '80) 15000 lire"

Eh sì, era già uno scandalo allora, come lo è oggi. Non c'è infatti niente che giustifichi 17/18 euro (quando va bene) per un cd con 5 o 6 fetecchie di tracce. Questi signori non si possono lamentare se la gente si scarica la musica da eMule (per quanto sbagliato possa essere, ma qui il discorso sarebbe lungo).

> "Ma l'idea, una volta partorita, dovrebbe essere libera.
Ma dubito che cambiera' qualcosa. Almeno a breve."


Beh, non è detto. Qualcosa, seppur lentamente, sta cominciando a muoversi. E' sufficiente fare un giretto in rete per accorgersi che sempre più utenti e artisti mettono in circolazione i propri lavori (libri, canzoni, ecc...) con licenze libere. Ne ho già parlato qualche tempo fa in questo mio post.

L'importante è far girare l'idea, poi il resto verrà da sè.

Ciao ;-)

Anonimo ha detto...

Non sono del tutto d'accordo. parliamo ad esempio di letteratura. Se io Tizia scrivo una poesia, oppure una prosa e scopro che Caia ha preso, dalla rete, la mia poesia, l'ha fatta sua e ci ha vinto un concorso letterario, questo non va bene. Sono questi i casi in cui deve esserci la tutela, sempre. Qui è giusto il copyright. Per la divulgazione invece condivido il tuo discorso ma solo citando sempre la fonte. MI pare il minimo della correttezza, no?

Andrea Sacchini ha detto...

Non è proprio così, Nad: provo un attimo a spiegarmi meglio.

Dunque, tutti i contenuti che trovi nel mio sito e nel mio blog (compresi i miei libri), sono tutelati da questo tipo di licenza. La Creative Commons, così come altre licenze simili (tipo la GNU, oppure la Costo Zero, ecc...)consentono sì a chiunque di ripubblicare liberamente quello che scrivo, ma salvaguardando la paternità dell'opera. E questo in virtù delle regole che deve seguire chi vuole ripubblicare un mio scritto: queste.

Ora veniamo all'ipotesi (giustissima) che hai formulato tu.

Dal punto di vista della tutela del copyright, la licenza che uso io e quella che usi tu sono perfettamente identiche. Un'ipotetica Caia non può prendere un mio scritto e "autoattribuirselo", né col tuo copyright, né con la mia licenza. Con la tua formula di tutela perché prevede espressamente che tu sei depositaria di tutti i diritti su quello che produci, ma, allo stesso tempo, con la mia perché i miei scritti sono sì ripubblicabili liberamente, ma - come scritto nelle regole della CC, a patto di riconoscere l'autore ogni volta che si riproducono. La paternità dell'opera è quindi garantita sotto tutti i punti di vista, compreso quello legale.

In sostanza, la diffrenza principale tra i nostri due modi di intendere il copyright, è che se uno vuole usare un tuo testo deve chiamarti, chiederti il permesso, stabilire eventuali modalità, ecc... Se uno vuole usare un mio scritto, invece, lo può fare liberamente, a patto che riconosca che l'autore sono io e lo specifichi ogni volta che ripubblica un mio lavoro. Quindi la tutela legale è garantita in entrambi casi.

Poi, chiaro, se uno vuol fare il furbo lo può fare sia con me che con te: prende uno scritto e lo ripubblica senza dir niente. Però in un eventuale contenzioso legale, la mia CC e il tuo copyright sono perfettamente sullo stesso piano.

Non so se mi sono spiegato, eventualmente scrivimi pure ancora se hai altri dubbi.

Ciao.

Anonimo ha detto...

ottimo. E' così che intendo il copyright. A me non dà fastidio se qualcuno usa i miei scritti, l'importante è che non li modifichi e che ne citi la fonte.
P.S. non sono riuscita a scaricare Linux mi sa che sono proprio scema ;-)

Andrea Sacchini ha detto...

> "P.S. non sono riuscita a scaricare Linux mi sa che sono proprio scema ;-)"

No, non sei scema. Prova ad andare in questa pagina e clicca dove dice "Al momento è disponibile solo la versione DVD e solo per processori a 32bit i586 che potete trovare qui", quindi clicca su 'salva' e mettiti in paziente attesa.

Io, purtroppo, non avendo ancora l'adsl ho sempre rimediato le distribuzioni che mi interessavano in edicola, reperibili per pochi euro, allegate alle riviste di informatica. Comunque intanto scaricatela, poi ti spiego (se c'è bisogno) come masterizzarla su dvd per installarla.

Ah, dimenticavo, il file è piuttosto pesante, e quindi probabilmente ti ci vorrà un bel pò a scaricarlo tutto.

Può darsi che ci siano altri server da cui magari scaricarla più velocemente; se qualcuno ne è al corrente e si vuole fare avanti è il benvenuto.

Anonimo ha detto...

Da Fastweb c'e' la Debian. E' veloce come download ma posso capire che e' ostica da installare

http://debian.fastweb.it/debian-cd/3.1_r2/i386/

Ciao

Andrea Sacchini ha detto...

Mmh, ho paura che la Debian per un utente alle prime armi non sia il massimo. Forse è più adatta Mandriva o Ubuntu.

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